“Occhiuto? Ne deve mangiare minestrine prima di paragonarsi a mio nonno”

LE INTERVISTE DI COSENZAINFORMA.IT. Giacomo Mancini jr esponente di Ala, il movimento di Denis Verdini “Sono sempre stato socialista. Penso alla rivincita che potrebbe arrivare prima dei 4 anni”

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    In molti lo davano per disperso dopo la batosta alle amministrative, invece, è vivo e vegeto. E pronto a dare battaglia più che mai. “Non sono pagato dalla politica e non ho ruoli istituzionali, ma il mio impegno politico è sempre molto attivo. Quotidiano, direi. Insieme alla rete di amiche e amici vicino alle mie posizioni, siamo impegnati a rafforzare una proposta riformista e di governo per la Calabria e per il Paese”. Cosi Giacomo Mancini jr, intervistato da Cosenzainforma.it

    Sei stato il primo ad annunciare la tua candidatura a sindaco di Cosenza. Poi ti sei aggregato alla alleanza civica e riformista con una lista civica. Prima avete scelto Presta e poi candidato Guccione. Rifaresti il tutto o cambieresti strategia?

    Ormai è andata. Pensiamo alla rivincita. Che è possibile sia anche prima dei quattro anni che mancano alla scadenza. Ricordiamo ciò che è successo con gli occhi fissi sul futuro. Sono stato tra i primi ad iniziare un dialogo con i cittadini con l’obbiettivo di risollevare Cosenza dalla crisi economica e dal degrado morale in cui era stata precipitate. Avevo chiaro che per vincere occorreva mettere in campo una vasta alleanza che andasse oltre i colori e che indicasse una personalità che la potesse guidare. Quindi nessuna auto candidatura da parte mia, ma l’indicazione di un percorso e di una prospettiva che resta ancora valida. Con il senno del poi, invece di perdere tempo in un estenuante balletto sui nomi del candidato, avremmo potuto celebrare delle primarie aperte ad ogni cosentino per condividere con la città la scelta sul nome e sul programma.

    Non credi che a tuo sfavore alle amministrative abbiano giocato il fatto di esserti presentato con il partito di Verdini e di non essere sceso in campo direttamente?

    Con il senatore Verdini ho un rapporto di amicizia che nasce da lontano ed una collaborazione politica ormai decennale. E ne sono onorato. A Cosenza ho messo in campo una lista civica e non di partito che ha consentito a persone perbene di cimentarsi per la prima volta nell’agone politico. Il risultato è stato lusinghiero e, per parte mia, vado orgoglioso di aver chiamato all’impegno volti nuovi che possono dare tanto in termini di idee.

    Immaginavi che Occhiuto fosse rieletto in maniera plebiscitaria, superando anche tuo nonno Giacomo?

    Non esageriamo. Ne deve mangiare minestrine per arrivare solo a pensare di proporre un paragone con il sindaco più amato e più apprezzato dei cosentini. Ad Occhiuto bisogna, comunque, riconoscere il merito della vittoria netta ottenuta anche grazie ad una macchina da guerra che non ha avuto eguali. Cosenza è l’unica città in Italia in cui un candidato a sindaco è stato supportato da quindici liste. Un numero esorbitante. Questo spiegamento di forze costruito e alimentato con una gestione del potere sopra le righe, per utilizzare un eufemismo, gli ha consentito di superare abbondantemente il 50 per cento.

    Politicamente sei schierato a sinistra ma con un partito che fa capo all’ex braccio destra di Berlusconi, ovvero Verdini. Non c’è qualche contraddizione?

    Il quadro politico è fluido, anche se mi sembra chiaro che si vada ad un confronto tra un opzione riformista ed una populista. Per parte mia sono socialista. Lo sono sempre stato e lo sarò sempre. Nessuna contraddizione, quindi. Nel mio percorso mi sono sempre speso seguendo gli insegnamenti che ho appreso da mio nonno e dai miei avi : creare opportunità e diritti per chi non li aveva. Nel corso della mia esperienza mi sono alleato con chi in quel frangente condivideva il mio stesso obbiettivo. E sempre mi sono presentato con umiltà al giudizio degli elettori. E quando ho avuto l’onore di essere premiato dal suffragio popolare ho esercitato il mio mandato al massimo delle mie capacità, certamente commettendo tanti errori, ma comportandomi sempre con onestà.

    Ti sei impegnato nella campagna referendaria. Cosa non ha funzionato nel fronte del Si?

    La grande partecipazione al voto è un dato molto positivo. Gli italiani in grande maggioranza hanno detto di non voler cambiare la nostra costituzione. E il verdetto va rispettato. Anche se ho l’impressione che in tanti abbiano deciso il proprio voto a prescindere dal merito della riforma.

    Astolfo Perrongelli

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