Lega Pro. Cosenza – Fondi: Un punto guadagnato, due ‘pesantissimi’ persi

Tifosi rossoblu con l'amaro in bocca

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    Un punto guadagnato, due “pesantissimi” persi. E, non fanno classifica e, nemmeno, morale. Sono dignità e faccia. O, se preferite, orgoglio e attaccamento alla maglia. Anche quest’ennesimo sabato, lascia tutti i tifosi dei Lupi, con l’amaro in bocca. Anche contro il Fondi, la “comitiva” silana, gioca una partita più simile ad una scampagnata domenicale o ad un’amichevole da oratorio, che ad una sfida che vale il sesto posto o tutto un campionato.

    Anche quest’ennesimo sabato, ribadisco da dimenticare, evidenzia, tutti, i limiti strutturali, tecnici, caratteriali e mentali di questa squadra che ha perso, di colpo, grinta, determinazione e cattiveria. Sempre che, però, queste qualità le abbia avute. Ancora una volta, quest’ennesimo sabato da consegnare in fretta agli archivi e possibilmente all’oblio, dimostra che l’andamento claudicante, affannoso, lento, prevedibile di questa squadra, non era solo colpa di mister Roselli. Ah, scusa ancora, Giorgio. Ma, di una squadra costruita male, rinforzata (?) peggio, senza un’idea di gioco, senza una movenza di manovra, senza una soluzione tattica. Anche questo sabato, l’ennesimo da mandare giù in fretta, con un litro di idrolitina per digerirlo meglio e con due compressine di antiacido, per non sentire i bruciori gastrici del reflusso, “infiammare” esofago e gola, ha dimostrato che, se da un lato, la scelta di De Angelis può essere stata giusta, dall’altro, qualora ce ne fosse, ulteriormente, bisogno, ha evidenziato che i componenti la rosa del Cosenza, non sono, per tempi, ritmi e vocazione calcistica, in grado di giocarsi le partite a viso aperto. La partita con il Matera, giocata alla grande e persa per “sviste” individuali e “amnesie” collettive, è stata come una rondine. Che, profeticamente e praticamente, non fa primavera. A tutto questo, però, va aggiunta la “metamorfosi” tanto kafkiana, quanto psico-fisica di Blondett (irriconoscibile, affetto dal “morbo” della B), di Tedeschi (anche lui “posseduto” da chissà quali disturbi), di Caccetta (colpevole di errori da ABC di scuola calcio).

    Senza dimenticare Mungo, sparito, senza un perché, dall’undici titolare, Mendicino, strappato ad un’agguerrita concorrenza, blindato con un biennale e in ritardo di condizione e fuori dall’amalgama, di Baclet, più presente settimanalmente sui lettini dell’infermeria che sul rettangolo verde. Di Statella, di Cavallaro, di Criaco. E, potremmo continuare l’analisi, estendendola all’infinito. E, anche oltre. Con il Fondi, davvero si è toccato il … fondo. Della pazienza, dell’orgoglio, della grinta, dell’attaccamento alla maglia. E della “sopportazione”. Soprattutto di un pubblico che, indipendentemente dai “numeri” al botteghino, è stanco di essere preso in giro. In casa, come in trasferta. Lavorare, lavorare, lavorare che, tutti si sono affrettati a ripetere, pappagallamente, come un ritornello sanremese nell’immediato post partita, non serve a nulla. Se alle parole, non seguono i fatti. Il Cosenza, lo diceva Roselli, lo ripete in continuazione De Angeli, ha bisogno di tempo. Ma, calendario alla mano, dall’inizio di campionato ad oggi, di tempo ne è passato tanto. Possibile mai che questa squadra, escludendo modifiche invernali, è ancora in rodaggio? E, se si, quanto tempo ancora serve a questi calciatori per capire come si gioca al calcio?. Il campionato, così come le squadre che “puntano” a giocarsi i play-off, non aspettano certo i Lupi, né i loro comodi. Il Siracusa, per esempio, seppellisce con quattro “sassi” il Matera, la Casertana “mata” il Francavilla e le spezza sogni e “Virtus”, mentre l’Andria, sogna il sorpasso lungo lo svincolo per Monopoli. E, il Catania aspetta l’ora di pranzo, sperando di brindare, l’aggancio, a Messina. Insomma, i Lupi di fame e di punti non ne hanno più. E, se realmente fosse così, sarebbe onesto, intellettualmente, moralmente e sportivamente, dire la verità. Soprattutto ai tifosi, a quelli che, in qualunque condizione meterologica, in qualunque circostanza, in qualsiasi orario, seguono questa squadra. S

    e questo Cosenza, per chissà quale ignota ragione, ha davvero finito gli stimoli e le batterie, allora sarebbe bello che calciatori, allenatore, direttore sportivo e presidente, inizino a pensare al prossimo torneo. Da vincere. Perché, questa città e questa tifoseria di campionati anonimi, di tornei decoubertiniani o di occasioni da non cogliere, è davvero stufa.

    Carmine Calabrese

     

     

    Foto di Michele De Marco

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