Damiano Oriolo, un complicato giallo di provincia. Radar puntati sulla Romania

Un intricato ed enigmatico “cold case”

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    Damiano Oriolo (il pensionato 78enne, scomparso misteriosamente da casa il 6 aprile, intorno alla 13, ndr) e la sua vita, apparentemente tranquilla e senza “macchie”, continuano ad essere irrintracciabili e invisibili. Almeno sul territorio cittadino, provinciale e italiano. Sì, perché, l’unica e ultima traccia del 78enne o meglio del suo telefonino porta diritti in Romania. Esattamente a casa di una donna. Una donna, ancora “camuffata” di mistero che si ritrova tra le mani il cellulare del pensionato. Una “mantide” che, oltre ad avere in mano il telefonino di Oriolo, potrebbe aver tra le sue “unghie” la chiave del mistero del pensionato, lontano da casa da più di un mese. Il segnale del telefonino che gli investigatori, “fiutando” indizi e tracce, come segugi, hanno “captato” il segnale fino in Romania, seguendo il codice Imei, è l’ultimo tassello di questo giallo. Dal giorno della sua scomparsa e della seguente denuncia, presentata dai familiari alla Questura di Cosenza, di giorni e di settimane ne sono passate tanti, scivolati via, senza la benchè minima traccia del pensionato. Nemmeno i cani molecolari e il loro “fiuto” sono riusciti ad individuare una pista da seguire. In questa fitta “nebbia” di incertezza, l’unica pista concreta è quella che porta diritti all’ipotesi più spaventosa: l’omicidio. Un’ipotesi investigativa che anche se, per fortuna, allo stato non è supportata da nessun elemento indiziario, non può essere scartata. Così come, dal ventaglio delle possibili supposizioni, non è stata esclusa l’idea di una tragica caduta. Casomai in uno dei tanti dirupi nella zona di San Fili. Ma questa supposizione, con il passare dei giorni, è apparsa abbastanza debole. La pista dell’omicidio è quella che sembra più calda. Una pista “collegata” all’infinità di indizi rinvenuti nell’auto, quell’Opel Astra vecchio modello, di color grigio, ritrovata tra le campagne di San Fili, che, però, finora ha davvero “raccontato” poco. Gli occhiali, un paio di pantaloni ripiegati, una sim e qualche altro piccolo oggetto, sono davvero poca cosa. Damiano Oriolo, il giorno che è sparito, probabilmente non era solo. Le immagini delle telecamere, installate lungo le strade cittadine e provinciali, infatti, l’hanno “pizzicato” in auto, ma non da solo. Così come, sempre il giorno che è stato “inghiottito” dal nulla, era andato a ritirare tutta la sua pensione, svuotando quasi tutto il suo conto. Il prelevamento della pensione, soprattutto, ha lasciato ancor di più sbigottiti i suoi familiari, considerando che il 78enne non aveva una gestione così allegra delle spese. Allora, la domanda che rimbalza nella mente degli inquirenti e dei familiari del pensionato è: a cosa servivano quei soldi? Damiano Oriolo, sembra, fosse affezionato a donne dell’Est, di etnia rom. Gente, forse, senza tanti scrupoli. Donne, di età imprecisata, interessate più al portafoglio del 78enne, che alla sua amicizia, alla sua gentilezza o alla sua “ricchezza” d’animo. Proprio il portafogli, infatti, è stato “alleggerito”, perfino degli spiccioli. Pare che una di queste donne, ancora senza un volto e senza una precisa identità, potrebbe averlo trascinato in una trappola. Un “piano”, casomai studiato a tavolino. Un “piano” con dentro un sacco tranquillanti, un bel po’ di sonniferi, una bella preda facile, una mantide spietata e un finale con il fiato sospeso. Un “piano” che sembra abbia dentro tutti i dettagli del perfetto noir. La speranza è che il finale di quest’intricato ed enigmatico giallo di provincia, possa avere un epilogo a lieto fine.

    Carmine Calabrese

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