Le ‘granite e le granate’ di Francesco Gabbani

Tripudio per il concerto del vincitore Sanremese che incanta il pubblico di Cosenza solo con la sua semplicità

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    Il suo arrivo in città ha creato dei rumor, affidati a comunicati stampa al vetriolo che stabilivano unilateralmente la gestione mediatica di Francesco Gabbani. No tassativi a foto, interviste, riprese, autografi, insomma, tutto quello che un artista non dovrebbe far richiedere conto terzi, alle prime luci di una carriera che se pure ben promettente non lo aiuterebbe certo a conquistare la simpatia dei più. E siccome i rumor sono comunque notizie prive o quasi di fondamento, decido di verificare se questo “Occidentali’s Karma” tutto sorrisi e saltelli, sia anche un professionista della “non comunicazione”. Piantono Piazza Bilotti, mi aggiro tra il back stage, chiedo informazioni, ma di Gabbani non c’è traccia e soprattutto lo spazio attorno al suo entourage è invalicabile.

    Persisto, e dopo due ore riesco a interloquire con la security che mostra segnali di apertura. Gabbani, è arrivato, scortatissimo. Scorgo da lontano un cappellino nero e un ragazzo normalissimo, sorridente, quasi intimidito. Soundcheck veloce e di nuovo nell’ombra delle quinte. Decido, pronti – partenza – via- perché per fare questo mestiere occorre un minimo di sana sfrontatezza . Francesco Gabbani è davanti a me, sorride con gentilezza, si ferma a scambiare due chiacchiere, firma degli autografi e poi con grande semplicità mi confessa che le condizioni per la gestione della sua immagine, non le detta lui, bensì i suoi manager. Lo immaginavo, le regole vanno rispettate, ed il duro mondo dello spettacolo non prevede studi per diplomazia da palcoscenico. E’ una questione di intuito e di lungimiranza. In attesa dello spettacolo, Francesco Gabbani mostra il lato discreto e disponibile di sé.

    Tra la folla ad attenderlo, c’è un bambino di cinque anni (compare in foto con la sua famiglia) si chiama come lui, ed è accompagnato dai genitori e dalla sorellina che desiderano raccontare la sua storia, proprio a Gabbani, che inconsapevolmente ne è parte in causa.

    Avvicino la madre, Teresa, e le chiedo il perché di questo desiderio.– “Francesco è nato sordo profondo bilaterale per causa sconosciuta “ – mi dice – “ ha sentito la prima volta a 8 mesi quando ha subito un intervento di impianto cocleare.In pratica, la sua coclea, organo dell’orecchio interno responsabile dell’udito, non funzionante, è stata “sostituita” da un array contenente 22 elettrodi che stimolando il nervo uditivo, permettono al cervello di acquisire ed elaborare i suoni.Attraverso due orecchie bioniche, Francesco ha potuto sentire e imparare a parlare come tutti i bambini normoudenti, dimostrando che la sordità, oggi, può essere sconfitta e che un sordo non solo può sentire, ma sentire e parlare.” – Commossa e forte continua – “Si può anche cantare se si ha il coraggio e condurre una vita qualitativamente e socialmente appagante“ – Arriviamo al perché dell’incontro con Gabbani. – “ questo artista ha rappresentato per mio figlio Francesco il suo slancio nel mondo reale.Ha sempre avuto difficoltà a parlare in pubblico in quanto timido, introverso, insicuro,figuriamoci a cantare. 

    Eppure, la canzone “Occidentali’s Karma,” ha permesso a Francesco come per magia, di abbandonare le sue paure e insicurezze perché quando canta, è il momento in cui ha il coraggio di mettersi in discussione è di interagire col mondo” – L’incontro tra il piccolo ed il grande Francesco è emozionante. Occhi lucidi per Gabbani che se lo abbraccia forte e cerca di parlare con lui come ad un fratellino più piccolo. C’è una sorta di intesa,sguardi, tenerezza, riconoscenza. “Incontrarlo è stato un regalo bellissimo” – dice mamma Teresa- “a volte, i sogni si avverano e i nostri “supereroi”, quelli che immaginiamo lontanissimi e impossibili, possono anche essere senza ali e senza effetti speciali, semplicemente, possono essere Francesco Gabbani”. 

    Riflettori puntati su di lui. Lo spettacolo inizia, il pubblico lo applaude a lungo. Francesco Gabbani non si risparmia un minuto. E’simpatico, travolgente lo acclamano in tanti. C’è empatia, positività nel carattere di questoragazzone dal cuore tenero. Rumor decodificati nella giusta maniera. Mai fidarsi delle apparenze.

    Francesca Pecora

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