Far west a Scalea, notte da brividi per una rissa con pistole. CON VIDEO

Dopo mezzanotte nella piazzola dell’ex stazione arrivano le urla

Più informazioni su


    E’ passata da poco la mezzanotte e la gente torna a casa o nelle proprio auto dopo aver assistito agli spettacoli in calendario. Sul corso principale si contano un migliaio di persone o giù di lì. Poco più avanti, nella piazzola dell’ex stazione di servizio dei paraggi, arrivano delle urla. Tra la folla due o tre ragazzini scappano a gran velocità urtando le persone senza ritegno. Tutto intorno si sente solo un brusio di voci e un duecento persone circa sono tutte girate dalla stessa parte, a guardare evidentemente una scena che ha attirato la loro attenzione.

    Ci avviciniamo e ci accorgiamo che una ventina di soggetti, uomini, donne e bambini, stanno litigando tra loro. In cinque minuti gli spintoni non si contano più, volano gli insulti e le mani in faccia. La tensione si taglia con il coltello. Ci avvisano di allontanarci perché hanno estratto le pistole, regalando uno spettacolo indegno a tutti i presenti, per far capire che qui non si scherza.

    La bagarre dura lunghissimi minuti, qualcuno decide di chiamare il 112, che non arriverà, almeno non nei 30 minuti e passa duranti i quali assistiamo alla vicenda. Eppure la caserma in linea d’area è a meno di 2 km. Gli uomini impiegati per la sicurezza non bastano per tenere a bada un territorio così vasto, difficile e pieno di emergenze. Le forze dell’ordine della costa tirrenica durante l’estate vivono l’inferno.

    Così i litigiosi “turisti” tengono in scacco mezzo paese, liberamente, senza che nessuno li fermi. Un solo colpo e sarebbe potuta essere una strage.

    La scintilla pare sia partita da una lite tra due fidanzati sfociata in aggressione quando lui ha cominciato a malmenare la sua compagna. A quel punto sarebbero intervenute le due famiglia fino alla settima generazione. E i capi avrebbero estratto le pistole.

    Solo la sera prima a Praia a Mare, 12 km più in là, il giornalista Simone Di Meo era stata costretto a interrompere la presentazione del suo libro sulla camorra, perché fervidi sostenitori della “onorata società” in salsa campana lo avevano dapprima ripetutamente interrotto e poi minacciato tra un inneggiamento e l’altro ai “fratelli” camorristi.

    Ma questa è solo la punta dell’iceberg della malavita che qui ha preso casa e messo radici e che si fa tranquillamente gli affari suoi. Nel senso stretto del termine. In tutta tranquillità.

    www.francescalagatta.it

     

    Più informazioni su