‘I castrovillaresi non vogliono i rifiuti degli altri comuni’

Lo dichiara in una nota l’associazione cittadina ‘Solidarietà e partecipazione’

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    ‘’Ormai è sotto gli occhi di tutti. L’unico futuro che Lo Polito & soci prevedono per Castrovillari è…nei rifiuti’’. Lo scrive in una nota l’associazione cittadina ‘Solidarietà e partecipazione’. ‘’Non bastavano i tentativi, ancora in corso – prosegue la nota – di riaprire la discarica di Campolescio e il vergognoso comportamento tenuto dall’amministrazione di Castrovillari circa l’impianto privato-nel cuore di Cammarata-in cui si vorrebbero veicolare le fogne delle regioni del sud; cose che già hanno sollevato proteste e mobilitazioni di tutta la città, a cominciare dagli operatori del settore agricolo.

    Lo Polito getta completamente la maschera, proponendosi ora alla Regione come porto di approdo di tutta la spazzatura prodotta in Provincia di Cosenza, un’area sterminata –più grande della Liguria- e che contiene oltre il 40 % della popolazione dell’intera Calabria. Per il sindaco non è un problema. E’ paradossalmente drammatico – continua la nota a firma dell’associazione – che chi ha dimostrato, nei fatti, l’incapacità di gestire i propri rifiuti, ammucchiati ad ogni angolo di strada e in ogni viottolo di campagna, e ha lasciato la città nell’incuria più totale, adesso “rilanci” chiedendo i rifiuti di tutta la Provincia.

    Già scartata l’unica altra autocandidatura –Acquappesa-, Castrovillari è perciò l’unico comune, dei 155 della provincia (!) a richiedere la monnezza di tutti, mentre tutti gli altri si oppongono. Sciocchi loro e furbi noi? Considerato come vanno le cose, da sempre, nei comuni-vittima sede di impianti, sembra proprio di no. Si tratta invece di una manovra dai contorni oscuri e sinistri, tendente a mettere tutti di fronte al fatto compiuto. Non è certo un caso se della cosa, attivata ormai da luglio, nessuno ne sapesse niente, a parte pochi intimi dell’amministrazione e qualche tecnico comunale “di fiducia”.

    E men che meno la popolazione, che da quindici anni periodicamente si mobilita per evitare questi attacchi continui. E non si deve dimenticare che, chi oggi addirittura i rifiuti li chiede, ieri era con noi a manifestare contro il famoso e famigerato “selettore” dell’era Blaiotta. Evidentemente – prosegue la nota – in maniera del tutto strumentale e perché volevano essere loro a “gestire” la cosa. Una cosa, tra l’altro, che è molto più pericolosa di quella che la Regione voleva imporre a Blaiotta. Pericolosa per la vivibilità stessa della città: puzza assicurata a tutte le ore, intollerabile col caldo.

    Ma pericolosa anche per la salute, soprattutto quella dei bambini, delle donne in gravidanza, degli anziani fragili, dei malati cronici. E, non certo da ultimo, dannosissima per le attività economico-produttive e dunque per i posti di lavoro. Garantito, anzitutto, un calo di valore di immobili e terreni in un’ampia area attorno agli impianti di trattamento (circa il 30% in meno); e poi crisi assicurata per addetti alla ristorazione, alla attività ricettive (albergazione), alla filiera di produzione (caseifici, trattamento carni, produzioni vitivinicole e olearie) e distribuzione agro-alimentare, al turismo. Il luogo scelto, quattro ettari (!) dell’area del cementificio è, inoltre baricentrica a tanti comuni della zona e confinante con il Parco Nazionale del Pollino –area ultra-protetta.

    Né, infine, per quanto detto, Lo Polito e la sua amministrazione provino a nascondersi dietro la foglia di fico della necessità di tutelare il lavoro degli attuali addetti al cementificio. Questa è una necessità – conclude la nota – a prescindere e deve essere conseguita senza discussioni. Ma certamente non sacrificando un intero territorio e chi vi abita con scelte che penalizzerebbero gravemente e irreversibilmente tutti. A cominciare dagli addetti al cementificio.

    Se Lo Polito si illude di scatenare una “guerra tra poveri”, all’unico scopo di perseguire i suoi interessi, si sbaglia. E di grosso’’.

    Foto tratta del web

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