Dal cemento alla spazzatura, il progetto di una dubbia riconversione industriale

I territori vogliono scegliere e non subire

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    Negli anni ’70 il cementificio di Castrovillari era un fiore all’occhiello dell’industria e dell’occupazione al sud Italia. Impiegava circa 300 lavoratori e, nel periodo del massimo boom edilizio, nessuno avrebbe creduto alla sua chiusura. Ma, un po’ la crisi, un po’ piani aziendali inoppugnabili, lo hanno lentamente ridimensionato e declassato, a vantaggio di quello di Matera. Gli operai sono diminuiti negli anni con uno stillicidio lento ma costante; per loro sono state aperte vertenze sindacali, fatte manifestazioni, il vescovo di Cassano allo Jonio intervenne in occasione dell’ultimo Anno santo, proponendo i cancelli dell’impianto come porta giubilare diocesana.

    Ma Italcementi, azienda leader italiana nel settore, nel frattempo è entrata nel gruppo del colosso tedesco HeidelbergCement, che, pur portando il nome della città sede di una nota e importante università, faceva e continua a fare affari d’oro buttando tonnellate di cemento in mezzo mondo, essendo il primo produttore mondiale di aggregati, secondo nel cemento e terzo nel calcestruzzo. Gli operai impiegati a Castrovillari al momento sono una trentina, non producono più cemento ma sono addetti alla sola macina, per loro c’è poca speranza, il futuro potrebbe prevedere la chiusura dello stabilimento, a meno che… già, a meno che non venga realizzato un impianto di trattamento rifiuti in 4 ettari del terreno su cui sorge il cementificio. Questo è quello che si sente dire a Castrovillari, promosso anche dal sindaco Lo Polito, sperando che il progetto si realizzi e che i 30 lavoratori trovino una ricollocazione nel nuovo impianto di smaltimento regionale. Insomma, una sorta di baratto o compromesso, che forse a chi ha perso il lavoro sembra pure accettabile, ma a ben vedere nasconde l’insidia.

    Può sembrare cinico ragionare in questi termini, quando in ballo ci sono posti di lavoro e la sussistenza di intere famiglie, progetti e sogni di figli, mutui da pagare e chissà quanta altra vita vissuta e da vivere ancora, ma, se chi deve prendere le decisioni importanti si sedesse un attimo attorno a un tavolo a discuterne con calma insieme con tutte le parti in causa, forse la lucidità e la lungimiranza prevarrebbero e si troverebbe la soluzione più giusta per tutti. Il cementificio fu edificato in una zona al limite del Parco del Pollino, ora di fronte a esso sorgono ristoranti, B&B, e questo proprio in virtù dell’area protetta, che lambisce anche Frascineto e Civita. Chi vi abita asserisce che si tratta di una zona ventilata: qualora vi si realizzi la discarica, succederebbe quel che è già successo in Presila con l’impianto di Celico, che ha inondato di puzzo insopportabile i paesi vicini. Il turismo e il settore agroalimentare di qualità subirebbero a lungo andare un duro colpo e i posti di lavoro che si verrebbero a perdere sarebbero certamente più di 30.

    Oltre che il comitato “Castrovillari contro l’impianto dei rifiuti”, le associazioni “Solidarietà è partecipazione”, “Il riccio”, “Pensieri liberi Pollino”, ne è convinto Ferdinando Laghi, vicepresidente nazionale associazione “Medici per l’ambiente ISDE-Italia”, il quale, non solo appoggia la protesta dei cittadini contro il nuovo impianto per la gestione dei rifiuti Ato di Cosenza, ma si spende continuamente, da anni ormai, nell’informare i cittadini dei rischi connessi a scelte politiche contrarie all’ambiente e alla salute di chi lo abita. Non a caso, tutti i soggetti contrari alla decisione di Lo Polito hanno indirizzato una lettera sia a Italcementi che a HeidelbergCement Group, scrivendo di confidare nella volontà dei due colossi industriali di non rendersi co-responsabili di questa ennesima e ingiustificabile aggressione a un intero territorio. Fonti affidabili ci dicono che le due aziende avrebbero già risposto, manifestando dubbi sul possibile ricollocamento di tutti gli ex operai del cementificio nel nuovo progetto di smaltimento rifiuti. Non resta altro, a questo punto, che attendere il prossimo consiglio comunale, in cui argomento cardine sarà proprio il destino della nuova discarica, del cementificio e degli operai rimasti al momento a lavorarvi.

    Tania Paolino

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