IL COMMENTO. Il Cosenza fa felice anche il Catania. Ora è il momento di reagire

Ci vuole una svolta per superare questo momento difficile. Caccavallo e company devono prendere per mano questa squadra e portarla lontana dalla zona rischio Di Carmine Calabrese

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    Il cuore, stavolta, non basta. Che peccato. Gli applausi finali del “Marulla”, sono l’ennesima prova di maturità e di passione di questa tifoseria che, anche in un nuovo sabato, pesante da digerire, ha dimostrato di tenere a questa squadra, di soffrire con lei e per lei.

    Gli applausi del “Marulla” dicono anche che, nonostante con il suo sudore il Cosenza abbia “irrigato” i sogni del Catania, questa squadra, se gioca di testa, se si schiera in campo con grinta e se mette gamba, agonismo e cuore, può davvero riprendere per mano il suo campionato, sopperendo anche ai propri limiti. Inutile nasconderlo. Ci sono e sono anche tanti.

    Il Cosenza, ridisegnato in campo da Braglia, nel primo tempo ha sofferto la migliore organizzazione tattica e la convinzione tecnica degli avversari. Se il Catania è li in cima, non è solo perchè ha speso fior di milioni per costruire una squadra forte, non è solo perchè ha Lucarelli in panchina, non è solo perchè ha giocatori, abituati a lottare per vincere e dominare. Ma, se analizziamo bene il secondo tempo, la differenza di punti tra i rossoblù e i rosso azzurri non si è vista. Verrebbe da dire che la classifica, analizzando i secondi 45 e passa minuti, è bugiarda. Peccato. Il Cosenza, quello visto finora, incerottato, indeciso, impaurito più da se stesso che dall’avversario, distratto dalle solite lacune e dai noti limiti, caratteriali, tecnici e strutturali, deve scrollarsi di dosso ansie e paure.

    Solo così può e potrà dare una svolta al suo campionato. Altrimenti, anche l’arrivo di Braglia, sarà stato inutile. Il Cosenza si deve svegliare e lo deve fare partendo dai suoi uomini più rappresentativi: Perina, “prigioniero” di chissà quale sindrome, sembra aver perso tutte le sue ottime referenze; Corsi, “stordito” dalla responsabilità di essere il capitano e “limitato” dalla sua scarsa convinzione sui suoi stessi mezzi, se gioca con sufficienza diventa un giocatore prevedibile; anche Baclet, Statella, Pinna, D’Orazio, possono e devono fare molto di più. Il passato non conta e, in questo momento, nemmeno serve.

    Così come Caccavallo, Loviso e Bruccini devono prendere per mano questa squadra e portarla il più lontano possibile dalla zona a rischio. Il Cosenza, infatti, non si può permettere di continuare a perdere punti e terreno.

    Il Cosenza deve lottare non per vinccere il campionato, nessuno questo l’ha promesso, nessuno questo l’ha garantito, nessuno questo l’ha messo tra gli obiettivi di stagione, ma, è anche vero, che nessuno, davvero nessuno, si immaginava un inizio così. Deludente, balbettante, insufficiente, anonimo, masochista, anoressico e fragile.

    Braglia, arrivato da appena tre giorni, non poteva certo avere la bacchetta magica e trasformare presunti “brocchi” in eccellenti fenomeni. Braglia, allenatore di grinta e dal temperamento vincente, uomo di calcio dall’indole combattiva e dalle idee chiare deve trasferire la sua mentalità alla squadra.

    Lo deve fare già da domani mattina. Lo deve fare, non solo perchè lo vuole la piazza, lo chiede la società ma, soprattutto, perchè lo impone la classifica.

    Martedì sarà di nuovo campionato, martedì sarà derby. Martedì sarà l’occasione giusta per non sbagliare più? Martedì sarà l’inizio di un nuovo campionato? Speriamo.

    Rialzati Cosenza, gli applausi del “Marulla” meritano di essere ricambiati. Con una bella vittoria.

    Foto di Raffaele Morrone

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