Ivan De Rose e la favola del ‘Villaggio’

L'allenatore è stato artefice di una straordinaria impresa. Merito di un progetto vincente, fatto di uomini. Meglio, di amici

Più informazioni su


    Il “Villaggio” fa festa. Ci sono storie che diventano racconti. Di aggregazione, di vittorie, di coraggio, di forza, di passione. Ci sono storie che, diventano belli esempi. Uno di questi è quello che ha scritto las formazione del “Villaggio Europa”, stravincendo il campionato di terza categoria e garantendosi il salto in seconda e un pieno di simpatie e di passione. E’ una storia che riconcilia con il calcio, quello che va oltre la tecnica, quello che più che sulla tattica, conta sul cuore, sul sacrificio, sul divertimento. Questo gruppo, nato come una scommessa sportiva, voluta dal presidente Agostino Marsicano e da Ivan De Rose (amici fraterni, perché dietro ogni impresa prima di tutto ci vogliono i legami forti, ndc) è stato miscelato bene da De Rose, allenatore della squadra, uno che ha iniziato a tirare calci ad un pallone, molto prima di iniziare a parlare. Ivan De Rose, vincente in panchina, è una di quelle persone che fanno bene al calcio, fanno bene alla vita. Lui, oltre a fare il mister, fa lo psicologo, il fratello, il complice, l’amico, il fratello. Dei suoi ragazzi. Lo fa per indole, lo fa per vocazione, lo fa perché è genuino e pulito, come il calcio che rappresenta.

    Come il carattere che ha dentro. Il “Villaggio”, ha staccato il biglietto per la seconda categoria, dopo aver battuto il Bisignano. L’avventura del “Villaggio”, è nata, come dicevamo, così per caso. Per pura passione. Come sono tutte le cose belle, come sono tutte quelle cose che partono dal cuore. Ivan De Rose è stato bravo ad assemblare i ragazzi, a sceglierli, a volerli con lui. Il campionato del “Villaggio” è stato double face. Dopo una prima parte di campionato, condizionata dallo scotto del noviziato e caratterizzata da belle prestazioni, che hanno portato applausi ma, non punti, si ci è messa anche la sfortuna che, entrando in tackle sulle caviglie dei giocatori, li ha messi fuori uso, costringendoli ai box. Ma, Ivan De Rose, non ha mai perso la speranza, non ha mai temuto di non riuscire nell’impresa. Sapeva di poter contare su un gruppo, unito e solido, sapeva di poter sfruttare la passione della squadra e la giusta alchimia che si è creata con la tifoseria. Sì, perché il “Villaggio Europa” è anche questo. E’ un mondo pieno di valori, è un agglomerato urbano dove abita la speranza, è un posto magico. Dove, anche l’impossibile, diventa possibile. Ora è il momento della festa, degli applausi e della programmazione. C’è da preparare ed organizzare un nuovo campionato: quello di seconda categoria. Il “Villaggio” c’è. Gli altri, sono avvisati.

     

    Carmine Calabrese

    Più informazioni su