We can B Heroes

Il sogno, alla fine, è diventato realtà. Ora è il momento dei festeggiamenti


Il cuoio rotea alto che sembra non scendere mai. Una moltitudine di teste è rivolta all’insù. Neanche il tempo che tocchi il manto verde ed un attaccante diventato celebre per il suo drink preferito chiude i conti col destino. Il Cosenza Calcio è tornato in serie B. “We come Back” ci sara’ scritto sulle t-shirt dei neo campioni silani indossate al momento della premiazione. Un ululato lungo quindici anni squarcia la notte adriatica, il popolo dei lupi piange di gioia. Angelo è partito la mattina presto da Berlino per esserci. Piero da Barcellona, Fabio ed Eleonora vengono da Roma. Ci sono bus in viaggio dall’alba. Da ogni dove, da mezzo continente si è attivata la carovana rossoblù. Il richiamo della foresta. Ma è sul versante adriatico che si sta muovendo il nervo del torpedone di sognatori. Una percorso, antico. Una strada maestra. La calamita dei ricordi, l’emozione dei ricordi. Pescara, Gigi Marulla, Bruno Pizzul, tuo padre.

Tutto ciò che hai sempre voluto. Esserci. Sono i battimano che fendono l’etere, i cori prima del match, la preoccupazione e l’entusiasmo, gli abbracci di tifosi che non si vedono da chissà quanto. Sono le tifoserie gemellate che sono venute a renderti omaggio da Ancona, Caserta, Casarano, Genova, Crotone. La diretta Rai indugia spesso e volentieri sull’onda cosentina che ha invaso lo stadio rinnovato qualche anno addietro per i giochi del Mediterraneo. Sproloqui anche, da parte di una giornalista che fa male il proprio lavoro e dice che la città sta coi, pochi, tifosi della città del Palio. Dovrà ricredersi in diretta con volto truce. Ma poco importa, è la notte della storia. È la notte della passione e della torcida. È l’una trascorsa del mattino quando lo sciamare dei supporter figli di Telesio anima ancora le strade del capoluogo d’Abruzzo mentre gli ostili indigeni rimangono a debita distanza di sicurezza. Perché una squadra di ragazzi normali può anche averti portato in finale, ma per vincerla sono serviti diecimila cuori in trasferta. Wolves

Edotri