Maria, una vita tra prove di fede e slanci di speranza

La giovane mamma ha subito l’amputazione di un arto. I suoi figli, sono le sue “stampelle”

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    Il sorriso di una mamma. Coraggio. Questa è la storia di una donna straordinaria. Una donna, a cui la vita ha regalato dei doni ma, per cui ha riservato anche delle significative batoste. Incontri sbagliati, amori inconcludenti, cocenti delusioni in ambito lavorativo e amari risvolti sul piano delle amicizie e “intoppi” fisici e psicologici. Ma, nonostante tutto, Maria (la “battezziamo” così perché Maria è il nome con cui si chiama la resistenza al dolore, la resilienza alla sofferenza, la capacità di superare le prove, anche le più difficili, come ci insegna la Bibbia, ndc) ha sempre trovato la forza, la voglia, la consapevolezza di rialzarsi e di ricominciare. Maria, giovane mamma di 43 anni, oggi è in un letto d’ospedale per superare l’ennesima prova che la vita, ha deciso di metterle davanti. Forse, per metterla, per l’ennesima volta, alla prova. Forse, come dice lei stessa, per vedere l’intensità della sua fede.

    Maria, infatti, subirà l’amputazione di una gamba, “divorata” da un tumore che, è stato più forte di due cicli di chemio e radioterapia. Maria, sguardo fiero e tanta voglia di vivere, è pronta a lottare contro il suo “demone”. Un “demone” che è arrivato nella sua vita, più di quattro anni fa. Così, per caso. Così, all’improvviso. Un “demone” che si è insediato nelle ossa del suo ginocchio, facendolo tremare. Maria, ha scoperto tutto, con una banale caduta. Un giorno, infatti, mentre si alzava dalla sua poltrona preferita, perse l’equilibrio e finì per terra, sbattendo, violentemente, gamba e ginocchio destro contro un mobile. La 43enne, scappò in ospedale, venne tenuta sotto osservazione, venne visitata e sottoposta ai raggi.

    L’rx, non evidenziò nessuna frattura. Ma, un bravo radiologo, “leggendo” quelle lastre, notò qualcosa di strano, localizzata all’altezza dell’interno del ginocchio. Maria, su consiglio del medico, si sottopose ad una serie di accertamenti approfonditi. L’esito degli esami specialistici fu pesante: tumore. La 43enne, seguita dal suo medico di fiducia e da un oncologo ortopedico di Bologna, decise di recarsi a in Emilia per nuove valutazioni mediche. Il verdetto venne confermato. Maria, indossò l’armatura e il suo sorriso, ed iniziò la prima fase della chemio. Fu dolorosa, fu pesante, fu devastante. Il “fluido” contro il “demone” la debilitò, facendole perdere chili, strappandole ciocche di capelli ma, non potè nulla contro la resistenza del suo sorriso, contro la resilienza della sua voglia di vivere, di esserci per sua figlia, per suio figlio, per suo marito, per i suoi amici, per tutta la famiglia. Maria ha lottato, come una leonessa.

    Dopo il ciclo di chemio e di radioterapia, è ritornata a Cosenza, riprendendo la sua vita di sempre. Il “demone”, però, più che sconfitto, era solo stordito, era andato in letargo. S’è risvegliato all’improvviso, “sgambettando” Maria e le sue certezze, insieme alla sua ritrovata serenità. Questa volta, però, la chemio e la radioterapia, non servono. Il “demone”, infatti, ha “invaso” il resto del ginocchio, estendendosi fino alla gamba. I medici sono stati chiari: nulla da fare. Solo l’amputazione può permettere a Maria di vivere, solo “eliminando” l’arto, la 43enne, può avere un’alta percentuale di farcela. E, anche questa volta, lei ha detto sì. Anche questa volta, è pronta a lottare. Maria è forte, la sua forza deriva dalla sua incrollabile fede nella Madre Celeste. La sua resilienza è racchiusa negli occhi dei suoi figli, nei baci di suo marito. Anche questa volta, Maria è pronta a fare le linguacce al “demone”, sbeffeggiandolo. Le servirà aiuto, le servirà sostegno, le servirà una protesi. Forza Maria. Forza madre coraggio.

    Carmine Calabrese

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