Rende a Di Nardo: “Non faccio sensazionalismo piuttosto suggerisco di sgonfiare le cifre per rendere lo strumento contabile più realistico”

La consigliera comunale del Pd risponde all’assessore ai Tributi della città bruzia

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    COSENZA – L’ assessore Di Nardo, nella sua replica, mi accusa di fare “sensazionalismo” laddove, semmai, il sensazionalismo lo fa l’Albo pretorio, essendomi limitata a riportare correttamente e testualmente quanto si legge nella Delibera di Destinazione proventi delle sanzioni amministrative per violazioni alle norme del Codice della Strada (Del. N. 33/2019 del 25-03-2019), che qualunque cittadino può consultare – scrive in una nota Bianca Rende. Lo stesso assessore, nel tentativo di ridimensionare una notizia che è invece eclatante, finisce non solo per confermare che per il 2019 dalle multe sono previsti incassi per 4 milioni e mezzo di euro, ma per ricordare che l’accertato (quanto riscosso?) per l’anno precedente era addirittura superiore a 10 milioni di euro, tanto da dover ricorrere ad un abnorme taglio del 50% da un anno all’altro. Cifre enormi per una città medio-piccola come Cosenza, in cui il reddito pro capite è tra i più bassi d’Italia e che quindi richiederebbe, da parte degli Amministratori, una maggiore cura delle tasche dei cittadini e cifre che comunque suggeriremmo di “sgonfiare” in via prudenziale, visto anche l’esito corrente dei ricorsi, per rendere lo strumento contabile più realistico. Sempre nel tentativo ammirevole di coprire il danno con “una pezza peggiore del buco”, comunica, dopo otto anni di amministrazione continuativa, l’obbligo di un altro taglio dovuto, pari a 2 milioni 160 mila euro, per la svalutazione di altri crediti farlocchi – continua la consigliera. Quanto basta per reputare “creativa” una finanza che ha partorito la “fantasia” del Brutio, delle alienazioni, delle spese elettoralistiche, eccetera. Per quanto riguarda poi la finalizzazione delle somme incassate con le multe, vorrei ricordare che è la legge che dispone di destinarle alla sicurezza stradale. Ci premureremo – conclude – di chiedere con un’interrogazione scritta, in che maniera fino ad oggi sono stati spesi i soldi ricavati dalle contravvenzioni, in una città piena di buche pericolose e dove persino le strisce pedonali sono assenti o sbiadite e nel Piano Annuale delle Opere Pubbliche si pensa di rifarle utilizzando fondi derivati da alienazione immobiliare.

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