Oggi è la festa di Ognissanti: un pensiero va anche ai defunti

Una festa cristiana che celebra insieme la gloria e l'onore di tutti i Santi

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    La festa di ognissanti in provincia di Cosenza, come del resto in tutta la Calabria, è considerato un tutt’uno con il giorno dei morti. In alcuni centri della provincia durante la settimana dei defunti che si conclude il 2 novembre la credenza popolare vuole che i morti si aggirino per le vie paese e nelle case confondendosi con i vivi. Si perché, secondo quanto tramandato dai nostri antenati nella notte tra il primo e il due novembre, le anime dei defunti tornano sulla terra. Il loro ricongiungersi ai vivi avviene dopo un lungo e faticoso viaggio e per questo motivo in molti paesi del cosentino è tradizione imbandire tavole per il ristoro dei defunti. Offrire del cibo ai morti, anche una semplice fetta di pane e un bicchiere d’acqua o vino, è anche un modo per ingraziarsi la loro venuta. Ecco spiegato perché nelle comunità albofone del provincia di Cosenza veri e propri banchetti vengano allestiti nei cimiteri sulle tombe dei propri cari. Il cibo viene consumato dopo la recita di preghiere e di una particolare benedizione. La festa dei morti spesso è anche l’occasione per preparare dolci per i bambini ai quali si racconta che sono stati portati dai parenti defunti. Ai piccoli viene insegnato che dei morti non bisogna aver paura perché sono loro a proteggerci. Un rispetto dei morti che ricorda molto da vicino quello della Grecia antica. I vivi devono rispetto ai morti che diventano per i vivi un esempio, un monito, una protezione. Piatto rituale del 2 Novembre è la pasta fatta in casa con i ceci (lagani e ciciari), piatto tipico della fascia Presilana cosentina è la “cuccia” a base di grano bollito, condito con cotenne, carne di maiale o capra. La preparazione di questo antichissimo piatto del giorno dei defunti dura tre giorni e si conclude con la cottura nel forno a legna.  

    Mariapia Volpintesta

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