Arriva MYArt a Cosenza

E’ la rassegna di cinema dedicata al tema dei migranti e dei diritti umani


Il Festival “My Art” a Cosenza dal 28 al 30 aprile è organizzato dall’associazione culturale multietnica “La Kasbah” onlus di Cosenza e dalla giovane casa di produzione cinematografica Lago Film di Cosenza. Gode del sostegno dei partner istituzionali quali: Provincia di Cosenza; Comune di Cosenza; Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar); Fondazione Migrantes; Fondazione Calabria Film Commission. Collaborano alla sua realizzazione i partner sociali: Movimento per la Cooperazione Internazionale (Mo.c.i.); Clown in corso; Pagliassi.it Soc. Coop.; Officine Babilonia; Circolo Culturale Popilia; Circolo Culturale Cabret; Cineforum Falso Movimento; Rete Cinema Calabria; Istituto Tecnico Industriale Statale “A. Monaco”; Liceo Scientifico Statale “G.B. Scorza”; Liceo Statale “Lucrezia della Valle”; Liceo Scientifico Statale “E. Fermi”. Saranno tre giorni intensi, che confermeranno la posizione della Calabria al centro del Mediterraneo. Tre giorni di proiezioni e discussioni al MYArt Film Festival, rassegna del cinema indipendente che dal 28 al 30 aprile porterà nelle sale cinematografiche di Cosenza i migliori documentari e cortometraggi prodotti di recente sul tema delle migrazioni e dei diritti umani. Molti i documentari “made in Calabria” iscritti al MYArt Film Festival. Un dato che ha sorpreso gli stessi organizzatori dell’evento che si svolgerà a Cosenza e che ha come oggetto la narrazione delle migrazioni che attraversano il Mediterraneo. Sono infatti oltre una decina i lavori presentati da registi calabresi o realizzati in Calabria che raccontano questo tema e lo fanno con un apprezzabile livello qualitativo. Segno che la regione è in grado di esprimere potenzialità nell’ambito del cinema del reale. Si tratta di un dato – dicono dalla direzione artistica del Festival – che denota il fatto che la Calabria è protagonista attenta, consapevole, di ciò che sta accadendo dentro e intorno al Mediterraneo. Una consapevolezza che non può non avere vista la sua centralità in questo angolo di mondo nel quale nei prossimi decenni si concentrerà il più complesso fenomeno migratorio mai sperimentato dall’umanità.