A Scalea ‘Liberandisdòmini’ l’opera prima di Pantaleone Sergi

Ambientata un un paese immaginario, descrive la Calabria del passaggio di secolo

Più informazioni su


    Mamprice è un luogo inventato e, come tale, può essere tutti i luoghi e il luogo di ciascuno. È il Sud della lentezza o dell’immobilità, ma anche dell’immobilismo. Un unico fotogramma ricco di particolari significativi e di rimandi. Le atmosfere magiche e nello stesso tempo realistiche del libro di Pantaleone Sergi, Liberandisdòmini, avvolgono questo paese senza tempo della Calabria, innalzandolo a stereotipo o simbolo, con le sue bassezze e i suoi piccoli grandi eroismi.

    A Scalea, dove è stato presentato in un incontro moderato dalla giornalista Diletta Aurora Della Rocca, che lo ha organizzato insieme con Letterio Licordari, il salone del Palazzo dei principi sembrava risuonare dei passi e delle voci dei secoli scorsi, a fare eco a quelli che provenivano dall’opera prima dello scrittore, giornalista, storico calabrese.

    Presenti il giornalista Attilio Sabato e Alessandro De Virgilio, scrittore e direttore Agi Calabria, quest’ultimo ha sottolineato il valore estetico del romanzo, la sua bellezza e la cura dei particolari .

    Un libro valido anche sul piano storico, perchè ci restituisce per intero e nei particolari un’epoca, quella descritta dai romanzi veristi, in cui la miseria era l’altra faccia del potere e della distanza dai luoghi del potere. Facile il richiamo alla narrativa sudamericana, in particolare a Marquez e il suo Macombo in Cent’anni di solitudine, o a Il volo del passero, di Ettore Masina, posti in cui realtà e finzione si miscelano e il lettore è portato all’interno di immagini oniriche ma verosimili.

    Pantaleone Sergi, una volta presa la parola, ha esordito dicendo: “Non sapevo di aver scritto tutte queste cose!”. E poi ha spiegato la genesi, lunghissima, del romanzo, le ricerche storiche e linguistiche compiute, per arrivare a un dialetto colto, capace di mantenere l’autenticità del parlato locale e, contemporaneamente, di farsi capire da tutti. Stimolato dalla giornalista Della Rocca, ha quindi rivelato che ne seguiranno altri, la storia continua, una sorta di saga comunitaria, in cui ognuno possa ritrovarsi e riconoscersi. In fine il monito di Sergi pechè è sulla cultura che bisogna puntare, se si vuole reagire e vincere sulle illegalità e le pressioni del potere criminale.

    Tania Paolino

    Più informazioni su