Influenza di misteriose entità sulla produzione di letteratura ‘horror’ nell’alto tirreno cosentino?

Forse, ma di certo a San Nicola Arcella e a Diamante sono stati scritti testi di notevole spessore per questo genere che ha un elevato numero di lettori

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    C’è una sottile, impercettibile influenza di misteriose entità sulla produzione della letteratura “horror” sull’Alto Tirreno Cosentino? Forse, ma di certo a San Nicola Arcella e a Diamante sono stati scritti testi di notevole spessore per questo genere letterario che ha un numero di lettori ben maggiore di quanti ne possiamo immaginare. Un noto scrittore e poeta, Francis Marion Crawford, che all’epoca (siamo verso la fine dell’Ottocento) si contrapponeva ad autori come Virginia Woolf, William D. Howells, Henry James, ma che era nato in Italia, a Bagni di Lucca, dallo scultore americano Thomas Crawford e da Louisa Cutler Ward, sorella della poetessa americana Julia Ward Howe, dopo aver vissuto negli Stati Uniti, in Germania, in Inghilterra e per un breve periodo in India, in una delle sue scorribande sul suo panfilo “Alda” si fermò nella baia di San Nicola Arcella, rapito dalla bellezza dei luoghi selvaggi, e qui per molte estati (viveva stabilmente a Sant’Agnello di Sorrento, dov’è ora sepolto) tornò dal 1887 sino ai primi del ‘900, perché trovò nella Torre di vedetta cinquecentesca il luogo ideale di ispirazione per diverse sue opere, tra le quali “For the Blood is the life”, ambientato proprio nella Torre (oggi denominata “Torre Crawford”) che ha per protagonista Cristina, una donna sensuale e selvaggia che si trasforma in vampiro (ancora il mito di Dracula era di là da venire) e che si chiamava come la donna alla quale Crawford pagava l’affitto, e “The diva’s ruby”, uno dei suoi ultimi lavori, intriso di mistero e di richiami a leggende del luogo. Un particolare curioso: lo scrittore, che conosceva ben 16 lingue fra cui il sanscrito, imparò a parlare il calabrese in un modo talmente perfetto da ingannare persino gli autoctoni e nel 1897 pubblicò “Corleone”, un romanzo sulla mafia! Ma, a distanza di oltre un secolo, c’è uno scrittore di Diamante, Ferdinando Romito (che nella vita fa il biologo), che si richiama, tra gli altri autori di racconti fantastici e misteriosi (Poe, Lovecraft, Le Fanu, dell’Ottocento, e il contemporaneo Stephen King) a Lord Crawford.

    Ma lo stile di Romito è decisamente personale e la critica lo annovera tra gli scrittori di questo genere di maggiore interesse. Romito ha pubblicato il suo primo lavoro nel 1987, “Mattoni lugubri” (Luigi Pellegrini Editore), una raccolta di dodici racconti. L’influenza di Crawford è decisamente presente in una sua personale rivisitazione di “For the Blood is the life” dal titolo “Crawford e i Vampiri di San Nicola Arcella” (Editur) del 2002, sino all’ultimo lavoro letterario cartaceo “Sottilissimi granelli di sabbia” (Booksprint). Si, perché da qualche anno l’autore scrive, produce e cura la regia di apprezzati “corti”, il primo è stato “Cinque rintocchi”, seguito da “The writer” (un corto di solo trenta secondi giunto al secondo posto al concorso indetto dal sito horror scheletri.com) da “Ti ho mai detto che ti amo?” e altri, tra i quali “Sweet dream” e il mediometraggio “Tango del mare” (girato a Diamante) scritti a quattro mani con Francesco Presta. Lo scrittore adamantino non si ferma, deve attendere ancora qualche anno per andare in pensione e non occuparsi di provette per aver più tempo da dedicare ai suoi libri e ai suoi film horror, di sicuro continuerà a regalare ai lettori nuovi intriganti romanzi e a raggiungere successi ancor maggiori.

    Letterio Licordari

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