Festival Euromediterraneo di Altomonte. Inaugurata la sezione Divino Jazz e contaminazioni e le mostre

Ieri interessante dibattito al Chiostro di San Domenico

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    È partito il Festival Euromediterraneo di Altomonte edizione 2018 con la sezione Divino Jazz e contaminazioni. Nella prima giornata dell’edizione numero 31 che ha per tema i “Paesaggi culturali”, all’interno del Chiostro di San Domenico, si è tenuto un intenso dibattito dal tema “Il festival dei festival”. L’occasione ha fatto scaturire un confronto sulla situazione attuale e sulle prospettive delle rassegne culturali in Calabria. Il direttore artistico del Festival Euromediterraneo di Altomonte Antonio Blandi ha chiesto alle altre realtà presenti (Primavera dei teatri, Oscenica, Laterale film festival, oggi avanti folk, Cleto festival, Altomonte rock festival), di pensare insieme a connessioni, sinergie, collaborazioni e interscambi per la prossima stagione. Un momento di riflessione e di confronto che ha soddisfatto tutti i partecipanti che si sono dati appuntamento per settembre dove siederanno ad un tavolo allargato. All’incontro è seguita una degustazione di prodotti tipici e la musica dei Back to black.

    Sempre ieri sono state inaugurate le mostre, che andranno avanti sino al 2 settembre e visitabili a partire dalle ore 17, “Paesaggi istantanei”, in collaborazione con l’associazione fotografica Beldo, e “Have a good trip” di Federico Orlando.

    Paesaggi istantanei

    Il paesaggio non è statico, ma vive e si trasforma; a volte grazie alla natura, ma più spesso per opera e mano dell’uomo. E proprio di questi “paesaggi culturali” hanno deciso di occuparsi i tre fotografi che quest’anno, in collaborazione con l’associazione fotografica Bledo, inaugurano il Festival Euromediterraneo di Altomonte: Mario Battaglia, Carlo Stella e Gianluca Bevacqua. Dalle simmetrie e i trittici di Battaglia, ai cerchi ed agli alberi solitari di Stella, passando per i non luoghi ed i colori pastello scelti da Bevacqua, i tre autori hanno centrato la loro attenzione sulle trasformazioni, a volte in meglio, spesso in peggio, che il paesaggio subisce nel corso della sua antropizzazione sempre più spinta. Il medium scelto è stato per tutti e tre quello della fotografia istantanea, un modo anche per rimarcare l’immediatezza del documento proposto, l’assenza di artifici informatici ad intromettersi tra l’osservazione e la realtà dei luoghi. Del resto la fotografia non è mera riproduzione di una scena, ma trasmissione di un’emozione, e in questo le Polaroid e le immagini istantanee in genere posseggono spesso una marcia in più, grazie alla loro intrinseca matericità, La mostra è una occasione da non perdere, in una location che già da sola vale il viaggio, e una opportunità per iniziare a conoscere le potenzialità artistiche dell’immagine istantanea. Un modo per emozionarsi e imparare a vedere il mondo con altri occhi, per riscoprire come la fotografia possa essere poesia oltre che prosa.

    Have a good trip

    “La mostra “ Have a good trip”, di Federico Orlando, è composta da 12 collage fotografici inediti in cui ho ricreato scene, luoghi e paesaggi immaginari e surreali frutto della mia fantasia. Le opere esprimono il concetto di viaggio esplicato ed interpretato attraverso diversi punti di vista e varie tematiche universali:  l’accoglienza, la libertà, la fede, il ritorno, la distanza, l’attesa etc…

    «Le opere – spiega Federico Orlando – sono un mix grafico di ritagli fotografici di alcune foto fatte duranti i miei viaggi in Italia e all’estero tra il 2012 ed il 2018 uniti ad elementi presi dal web. L’idea di questo nuovo progetto nasce dalla voglia di riassumere, in forma sperimentale, le mie esperienze di viaggio più recenti in un unico trip mentale ed emotivo». Il concept della mostra nasce proprio dal tema dell’edizione del festival, ovvero “Paesaggi culturali”.

    «I Paesaggi culturali sono quelli che ci arricchiscono – dice l’artista – e che ci fanno crescere: nelle mie opere c’è anche la ricchezza ricevuta dai viaggi che ho fatto, il linguaggio e la bellezza delle città visitate negli ultimi anni. È un grosso bagaglio intimo che porto dentro e che ognuno di noi ha dentro di sé ogni volta che ritorna a casa da un viaggio. Solitamente mi dedico alla pittura e alla scultura, ma ho voluto mettere in pratica e mescolare le mie “doti” grafiche e fotografiche, anche se in realtà non sono né un grafico né un fotografo». La mostra con opere tutte inedite, dopo questa prima tappa altomontese, si sposterà in altre città della Calabria.

    Francesco Ciacco

     

     

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