Venerdì 20 settembre la presentazione di “Calabresi per sempre”

Durante la stessa serata sarà presentata anche l’opera “Il Cristo del mare” del maestro Pietro De Seta: quadro-scultura che verrà donato alla nova chiesa di Cetraro marina

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CETRARO (CS) – È in programma per venerdì 20 settembre, alle ore 18.30, presso la Sala Conferenza della Colonia San Benedetto, a Cetraro marina, la presentazione/reading dell’antologia di racconti “Calabresi per sempre”. Una raccolta dedicata alla Calabria e ai calabresi, curata dallo studioso di scrittura creativa Francesco Forestiero. Un progetto editoriale che, a pochi mesi dall’uscita in libreria – avvenuta il 20 maggio 2019 – è già alla prima ristampa.

Alla presentazione del volume, edito da Edizioni della Sera (Roma), saranno presenti, oltre al curatore del volume, gli autori: Alessia Antonucci, Aldo Mazza, Nunzio Scalercio, Adriana Sabato, Martino Ciano e Massimo Valentini.

Durante la serata verrà presentato alla comunità anche il quadro-scultura “Il Cristo del mare”, realizzato dall’artista e performer cetrarese Pietro De Seta. L’opera, che verrà donata alla nuova chiesa di Cetraro marina, è al centro del racconto omonimo presente nel libro e scritto dallo stesso curatore. Per l’occasione, interverranno il parroco di Cetraro Don Loris Sbarra e lo stesso De Seta.

«“Calabresi per sempre” – ha commentato Forestiero – è un’antologia unica, frutto di un lavoro di squadra di un team straordinario, che ho imparato a conoscere e apprezzare sin da subito. C’è tutto: storia, leggenda, ironia, ricordi, istantanee della nostra terra… È un itinerario nel cuore del profondo Sud, tra scenari suggestivi e protagonisti coraggiosi».

Gli altri racconti contenuti nel libro sono a firma di: Rosalba Baldino, Rossana Scarcelli, Anna Alagi, Angela Altomare, Domenico Bilotti, Davide Carpino, Cetta De Luca, Samantha De Martin, Fiorella Lorenzi, Maura Gigliotti, Elisabetta Motta, Maria Parafati, Stella Romano, Enrica Tancioni e Mariaguilia Votta.

La prefazione è di Maria Rosaria Gairo, mentre la postfazione è di Fortunato Amarelli.

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