Abusi sessuali su minori: “Difficile un identikit dell’abusatore

La psicologa Aggazio: “Però ci sono delle precondizioni che possano aiutare a riconoscere la personalità dei molestatori”

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    La storia degli abusi sulla quattordicenne di Fuscaldo (http://www.cosenzainforma.it/notizia498/Fuscaldo-Prime-ricostruzioni-sulla-brutta-storia-degli-abusi-ad-una-quattordicenne.html ) ci porta a riflettere se sia possibile individuare dei segnali nel potenziale “abusatore”. Cosenzainforma.it lo ha chiesto alla psicologa Alessandra Aggazio. Ecco il suo commento: “Il reato sessuale, a danno di bambini o adolescenti, è un grave problema, non solo per la salute pubblica, ma soprattutto per le vittime che subiscono l’abuso, in quanto si vede seriamente compromessa la loro condizione psicofisica. Siamo di fronte a “comportamenti sessuali che coinvolgono persone incapaci di dare un valido consenso”, così come cita il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Non è facile – dice la dottoressa Aggazio – dare una spiegazione eziologica sull’origine di questo comportamento. Ci sono diverse ipotesi interpretative che nel corso dei tempi hanno aggiunto un tassello, senza però riuscire a dare un quadro definitivo che possa spiegare l’origine di tale perversione. Altrettanto difficile è fare un preciso identikit perché non esiste un profilo psicologico unico che accomuni tali soggetti. Posto questo, restano evidenti delle precondizioni che possano aiutare a riconoscere la personalità dei molestatori, rispetto ai quali potranno essere adottate le cosiddette misure di prevenzione e d’intervento più adeguate e venendo incontro a quell’esigenza primaria di tutelare più efficacemente i minori a rischio. Innanzitutto chi molesta spesso vive vicino alla vittima e questo gli consente di assicurarsi la sua fiducia. Quest’ultima può essere alimentata attraverso un gioco calcolato che utilizza il ricatto psicologico, affettivo, attraverso regali e seduzione. Oppure si ricerca una vittima emotivamente insicura, introversa. Solitamente l’abusatore – dice ancora la psicologa – è portato a negare le sue azioni e, quando questo non è possibile, allora minimizza l’evento, ignorando la conseguenza del suo atto che potrebbe ripercuotersi sulla vittima. Questa negazione la riversa anche su se stesso, infatti è convinto che il suo atteggiamento è una dimostrazione di affetto e di amore verso chi sta crescendo. Il molestatore spesso è un soggetto che mostra un’inadeguatezza delle risposte agli stimoli ambientali, infatti è portato all’impulsività, alla freddezza emotiva, all’anaffettività. Ha una reale “distorsione cognitiva” che lo porta ad autoassolversi usando giustificazioni, con assenza di sensi di colpa. Spesso questi soggetti soffrono di depressione, o fanno uso di sostanze psicotrope, oppure di alcol, che sono dei disinibitori, e comunque hanno una scarsa capacità di autocontrollo” .

    Carla Sabato

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