Colpi di pistola a Paola, si attende la decisione del Gip sulla convalida dei fermi

Si arricchisce di altri particolari la dinamica del grave episodio criminale che ha visto protagonisti gli esponenti dei due clan Serpa e Martello  

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    In attesa delle decisioni del Giudice delle Indagini preliminari, che potrebbero arrivare nella mattinata di oggi, si fanno insistenti altre indiscrezioni sul contesto e sulle dinamiche che avrebbero caratterizzato l’inquietante episodio verificatosi nel centro cittadino di Paola lo scorso 21 ottobre, che ha visto realizzarsi, secondo gli inquirenti, uno scontro tra i due clan rivali dei Serpa, di Paola, e dei Martello di Fuscaldo, che da anni si contendono la leadership delle attività criminali sul territorio. Per effetto del lavoro effettuato con rapidità e professionalità dai Carabinieri della Compagnia della cittadina tirrenica, guidati dal capitano Antonio Villano, su delega d’indagine della Procura della Repubblica paolana, diretta dal dottor Bruno Giordano, si è arrivati all’emissione di due provvedimenti di fermo con custodia in carcere, firmati dal sostituto procuratore della Repubblica, dott.ssa Anna Chiara Fasano, titolare del fascicolo. Una efficace e paziente attività di coordinamento investigativo e approfondimento degli elementi raccolti quella dello stesso magistrato, che lo ha, evidentemente, portato a ritenere necessaria la disposizione delle due misure cautelari a carico di Salvatore Serpa, 29enne di Paola, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, e di Matteo Serpa, 44enne di Paola, pregiudicato, entrambi appartenenti, appunto, alla locale famiglia malavitosa Serpa. I due fermi, lo ricordiamo, sono stati eseguiti a seguito dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco avvenuta nella serata dello scorso 21 ottobre in pieno centro a Paola. Un episodio grave che potrebbe essere conseguente ad un risentimento nato qualche giorno prima tra gli esponenti delle due consorterie e che avrebbe portato i rappresentanti del clan Martello a speronare per un paio di volte, attraverso l’utilizzo dello stesso fuoristrada sul quale viaggiavano, la Golf di colore bianco di proprietà, secondo quanto avrebbero accertato gli stessi militari dell’Arma, di Matteo Serpa, parcheggiata all’interno dell’area di un distributore di carburante che insiste nella centralissima via Nazionale. Un evento che sarebbe stato letto come una provocazione e al quale, Matteo e Salvatore Serpa avrebbero risposto immediatamente e con violenza. In specie, secondo quanto si è potuto comprendere, Matteo Serpa avrebbe fornito in pochi minuti a Salvatore Serpa, una pistola con la quale avrebbe esploso un colpo all’indirizzo dello stesso fuoristrada in procinto di abbandonare l’area di servizio dov’era parcheggiata la stessa Golf Bianca. Sempre secondo indiscrezioni, per l’esperto balistico che ha posto sotto esame il bossolo ritrovato il giorno dopo nel luogo dove si sono svolti i fatti, si potrebbe trattare di un’arma giocattolo modificata e comunque in grado di poter uccidere una persona. La certosina ricostruzione fatta dalla Fasano, con il sostegno dei militari dell’Arma, non sarebbe stata semplice per il consueto contesto omertoso in cui gli inquirenti si sono dovuto imbattere. E tuttavia attraverso l’analisi delle immagini registrate da diverse videocamere esterne presenti e in un locale posto nell’area in questione, che hanno fissato sequenze dalla Procura giudicate determinati per individuare i gravi indizi di colpevolezza dei due fermati, e le dichiarazioni raccolte sebbene a fatica tra le persone informate sui fatti perché presenti, come le stesse immagini accertano, sul luogo nel momento in cui il grave episodio si è consumato, l’evento appare piuttosto chiaro nella sua dinamica. La disposizione dei due fermi, che parte dai reati rubricati, che sono quelli di tentato omicidio e detenzione e porto di abusivo di armi da fuoco, per la Fasano si sono resi necessari, per altro, sia perché, considerato il profilo dei due soggetti, sussisteva un pericolo di fuga, sia perché gli stessi sarebbero stati eventualmente in grado di reiterare i reati ascritti e di inquinare le prove. A questo punto sarà il Gip, nelle prossime ore, a decidere sulla convalida o meno dei due fermi disposti dalla Procura della Repubblica.

    Rino Muoio

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