San Lorenzo del Vallo, i tanti tasselli di un puzzle

Luigi Galizia, fratello di Damiano, dopo l'interrogatorio è ritornato a casa. Da uomo libero e senza alcun procedimento penale pendente sulla di lui.

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    Un altro tassello da sistemare. Un altro pezzo per comporre tutto il puzzle. Il lavoro investigativo sul duplice omicidio di San Lorenzo del Vallo, in cui, nella mattinata di domenica 30 ottobre, Edda Costabile 77 anni e sua figlia Ida Maria Attanasio, di 52, sono state brutalmente uccise all’interno del cimitero, continua. Senza sosta. I detective del comando provinciale di Cosenza, in collaborazione con i militari dell’Arma della Compagnia di San Marco Argentano e con gli uomini della Benemerita di San Lorenzo del Vallo, stanno, sotto il coordinamento del procuratore capo della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, lavorando intensamente per dare un volto e un nome al “giustiziere” solitario delle due donne, vittime innocenti di una sicura vendetta trasversale. Edda, prima a finire nel “mirino” del killer è stata fatta fuori con una scarica di proiettili, ben sette, assestatele a bruciapelo in pieno volto e tra gli occhi. Edda, intenta a pulire, il marmo esterno della cappella di famiglia, ha visto, prima di chiudere gli occhi, il volto dell’assassino. Ida Maria, inseguita per quasi 40 metri, è stata “centrata” alle spalle e “finita” con due colpi alla nuca. Come in un delitto di mala. Dopo il ritrovamento dell’auto di Luigi Galizia, ritrovata parcheggiata nei pressi del Santuario di Spezzano Albanese (l’auto, ritrovata con il finestrino abbassato e senza le chiavi nel cruscotto è stata presa in consegna dai Ris, ndc), un altro “pezzo” del caso è andato al suo posto. Forse il pezzo più importante. Luigi Galizia, infatti, sparito per una settimana, s’è presentato ai carabinieri di Spezzano Albanese, in qualità di persona informata sui fatti. Dopo essere stato sentito a lungo dai detective dell’Arma, è stato ascoltato anche dal procuratore Facciolla. Nulla di quanto da lui dichiarato nel “confessionale” della legge è stato divulgato. Il ritrovamento dell’auto e la “riapparizione” di Galizia, permettono agli inquirenti di rimettere a posto altri due pezzi di quest’intricato puzzle di provincia. Macabro e mortale. Intanto, dal tribunale di Cosenza, arriva la notizia che Francesco Attanasio, figlio di Edda e fratello di Ida Maria, comparirà in aula il prossimo 20 febbraio. Verrà giudicato, in Corte d’Assise, per l’omicidio di Damiano Galizia. Omicidio di cui, lo stesso Attanasio è reo confesso. Ma c’è anche un altro pezzo di questo “giallo” che deve trovare una precisa collocazione: l’arsenale. Sì, quell’autentico “deposito di piombo e di morte”, fatto ritrovare dallo stesso Attanasio in un magazzino di Rende. Lo stesso Attanasio, appassionato di editoria, politica e con interessi nell’immobiliare, attualmente detenuto nel carcere di Reggio Calabria, alcune ore prima di “risolvere” il suo debito con Damiano Galizia, fece una “soffiata” alla Questura di Cosenza, segnalando la presenza della “santabarbara”: fucili mitragliatori, mitra, fucili calibro 12, pistole e anche kalashnikov. Uno “stock” di piombo, destinato ad una cosca. Quel magazzino, preso in affitto da Damiano Galizia, con l’interessamento dello stesso Attanasio, è stato ispezionato dagli agenti della squadra Mobile e dagli specialisti della Scientifica. Così come l’intero arsenale, messo sotto “chiave” dagli agenti della squadra Mobile e dagli uomini del Reparto speciale della Questura di Cosenza, è stato sottoposto a controlli specifici e balistici. Ma, di questo aspetto, se ne sta occupando la Dda di Catanzaro. Il giallo di provincia continua. Ma carabinieri e Procura sono sicuri che “la svolta, è vicina”.

    Carmine Calabrese

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