Arresti per truffe e furti agli anziani

Nell’ultimo anno il fenomeno è aumentato. La Polizia ha avviato una mirata azione preventiva

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    Nell’ultimo anno, in seguito alla recrudescenza del fenomeno delle truffe agli anziani, la Questura di Cosenza ha avviato una mirata attività sia in via preventiva (con incontri di Funzionari di polizia presso le parrocchie ed i centri anziani, durante i quali sono stati spiegati il modus operandi dei truffatori e, nel contempo, dati consigli su come gli anziani si sarebbero dovuti comportare. Oltre agli incontri c’è in atto un’intensa attività repressiva e d’indagine da parte della squadra mobile per arginare il fenomeno. Stamane, a conclusione di un’indagine durata 4 mesi, sono state tratte in arresto due persone (un uomo ed una donna) dedite ai furti e truffe nei confronti degli anziani. Gli arresti sono stati eseguiti dalla squadra mobile su esecuzione di una misura cautelare (arresti domiciliari), richiesta dalla Procura della Repubblica di Cosenza. Non escludendo che gli arrestati possano essersi resi autori di altri reati nei confronti di persone anziane, il Procuratore della Repubblica di Cosenza ha chiesto la diffusione dei video e delle foto raffiguranti gli stessi al fine di eventuali riconoscimenti da parte di altre parti offese. Il metodo è stato messo in atto dai due arrestati con maestria e dovizia di particolari, essendo state “studiati” precedentemente i movimenti e le abitudini delle vittime. Infatti i due approfittavano della loro condizione di “solitudine” (in due circostanze nelle abitazioni non vi erano altri congiunti), di disabilità fisica (in un caso la vittima viveva con il marito colpito da grave disabilità fisica) e di problemi di memoria.

     

    Con questi presupposti i due agivano, entrando nelle abitazioni e una volta all’interno, approfittando della gentilezza degli anziani padroni di casa (che probabilmente in quel momento, sono anche contenti di aver ricevuto una visita) rubavano soldi ed oggetti in oro. In altre circostanze fermavano le vittime per strada e presentandosi come appartenenti alle Forze dell’ordine offrivano la loro disponibilità ad accompagnarli a casa e nel tragitto rubavano catenine d’oro o portafogli.

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