Spaccio di stupefacenti: I carabinieri assestano un altro colpo alla banda degli africani

L'APPROFONDIMENTO. Quattro i fermati associati alle carceri di Paola. 

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    I carabinieri della Stazione di Amantea, guidati dal maresciallo Tommaso Cerza, mettono a segno un altro risultato importante in quell’intricato contesto che vede alcuni immigrati intranei al mercato della droga sul territorio del basso Tirreno cosentino. Un quadro allarmante sul quale stanno lavorando da mesi. La preoccupante attività di spaccio, venuta fuori in tutta la sua intensità proprio attraverso gli altri quattro arresti effettuati prima dell’operazione di stamattina, ha fatto comprendere agli investigatori e alla Procura della Repubblica di Paola, guidata dal dottor Bruno Giordano, che non si tratta di episodi sporadici, ma di qualcosa di più organizzato e strutturato. Le indagini, dunque, si sono fatte sempre più intense e i risultati continuano ad affluire sul tavolo della dottoressa Anna Chiara Fasano, il sostituto procuratore della Procura di Paola che coordina con forte attenzione e determinazione le attività investigative. Quella che oramai sembra accertata è l’esistenza di una fitta spola tra Amantea e l’area di Rosarno dove alcuni degli ospiti del centro nepetino incontrano altri immigrati domiciliati in strutture di accoglienza e non ubicate in quella zona. Non a caso stamattina alcuni degli oltre 50 uomini che hanno partecipato all’operazione, tra militari della Stazione di Amantea, della Compagnia di Paola e del Gruppo Operativo Calabria di Vibo Valentia con l’ausilio delle unità cinofili, si sono portati presso la stazione ferroviaria della cittadina tirrenica per bloccare i giovani di colore che arrivavano da sud in treno. Uno dei quattro fermi effettuati è stato eseguito proprio nel sottopassaggio dello scalo ferroviario. Gli altri tre invece all’interno del “Ninfa Marina”. I militari dell’Arma hanno iniziato l’operazione a notte fonda, presidiando la struttura di accoglienza in forze, considerato che all’interno della stessa allo stato troverebbero accoglienza oltre 300 immigrati ed era necessario tenere la situazione sotto controllo affinché non si verificassero incidenti. Un numero enorme di persone di entrambi i sessi, anche se le donne in numero assai più limitato degli uomini. Nell’effettuare le perquisizioni sarebbero stati rinvenuti anche dosi di cocaina che fanno comprendere come il commercio della droga in argomento non si limita solo alla marijuana. Ma l’ennesimo intervento di stamattina non può certo considerarsi conclusivo delle attività di indagini, che continuano con sempre maggiore intensità, perché la questione vera è comprendere chi si serve dei giovani immigrati per la vendita degli stupefacenti sul territorio amanteano. Il fenomeno di fronte al quale si trovano gli inquirenti fa ipotizzare che non si tratti solo di fiancheggiatori ma ci sia un interessamento diretto o indiretto della criminalità organizzata, locale e non. Insomma c’è la convinzione che i ragazzi del Gambia e della Nigeria fermati e associati alle carceri di Paola perché coinvolti nelle attività di spaccio, compresa la vendita della droga a minorenni, siano funzionali ad una organizzazione strutturata con base logistica sul territorio e in qualche modo coordinata dalle cosche locali.

    Rino Muoio

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