Sangineto si prepara all’assedio

Domani centinaia di animalisti manifesteranno la propria rabbia contro l'assassinio del cane Angelo

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    Sangineto si prepara all’assedio. Pullman carichi di animalisti arriveranno sabato, a testimoniare la propria rabbia contro gli uccisori del cane Angelo e a chiedere per loro pene più severe. Un tam tam lanciato dalla rete, gruppi nati spontaneamente su facebook, lettere fatte pervenire a ministri e amministratori locali, petizioni e raccolte di firme con banchetti in molte piazze d’Italia, manifesti e gigantografie. La disapprovazione per il vile gesto è cresciuta in maniera esponenziale e si teme ora che sfoci in episodi di violenza nel corso della manifestazione nazionale del 26 novembre. Ieri sera la cittadinanza di Sangineto e il sindaco hanno avuto un incontro. Sono convenuti su questo: ognuno deciderà in autonomia se partecipare o meno ma prenderanno le distanze da azioni di prepotenza, qualora ce ne fossero. Ci saranno televisioni locali e nazionali, il sindaco, se invitato, si lascerà intervistare e cercherà di spiegare che la comunità che amministra non è omertosa, come la si è descritta. Certamente si tratta di un avvenimento insolito nella zona, dove, qualche anno fa, si tenne ad Amantea solo un’altra imponente manifestazione ma contro le navi dei veleni. Due tematiche diverse e simili nello stesso tempo: simili, perchè entrambe hanno suscitato la reazione di tutta Italia, anche se in modo contenuto degli abitanti dei paesi interessati, diverse, perchè per risarcire il povero cane Angelo e tutti gli altri animali vittime di violenza si richiede a gran voce l’intervento delle più alte cariche dello Stato, ci si è mobilitati immediatamente, sia associazioni che singoli cittadini, mentre, per le navi dei veleni, tocca ammettere che la mobilitazione fu soprattutto delle sigle ambientaliste, di qualche partito, associazione, scuola, e, siccome toccava e tocca “materia delicata”, ha pesanti implicazioni politiche, ha ripercussioni e intrecci internazionali, nel volger di qualche mese è stata dimenticata o messa a tacere. Per esser chiari, non ha avuto la stessa risonanza, neanche mediatica, della vicenda del cane Angelo. Una petizione diretta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Giustizia chiede “la modifica del titolo IX bis del codice penale, non più rubricato come “Dei delitti contro il sentimento per gli animali” ma come “Dei delitti contro gli animali” – Introduzione di modifiche volte a dare maggiore efficacia concreta alle norme al fine di prevenire e reprimere episodi di crudeltà contro gli animali – Previsione di norme che puniscano la pubblicazione in rete di immagini ritraenti scene di violenza o maltrattamento contro gli animali” e l’introduzione nel pacchetto sicurezza del 2016. Il Partito Animalista europeo ha informato che persino la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Pietro Grassi, sostiene la manifestazione e sarà presente con un messaggio di forte condivisione. Lo stesso Grassi già intervenuto sul Sole 24ore, dove ha citato “l’art. 13 del Trattato di Lisbona sul riconoscimento degli animali come esseri senzienti e considera “emergenze e disvalori sociali che affliggono la nostra società l’abbandono degli animali, il loro commercio clandestino, il randagismo, la violenza fisica e psichica che sono costretti a subire, la vivisezione e al loro utilizzo come cavie per la sperimentazione”. Sulla vicenda di Sangineto ha detto la sua anche un neurologo di Lavagna, il quale, dalle pagine online della rivista Oggi, ha spiegato l’eziologia del gesto dei quattro balordi e anche l’impatto psicologico e la sofferenza che la notizia e le immagini hanno scatenato su alcuni suoi pazienti. Gli animalisti italiani, inoltre, sono disposti a noleggiare un treno per partecipare alla prima udienza del processo, mentre dei giovani hanno ideato e registrato una canzone dal titolo “Angelo grida ancora”. A Sangineto la popolazione è attonita e preoccupata. Qualcuno su un social ha consigliato di portare con sé la colazione al sacco, con l’esplicita intenzione di non andare nei negozi locali e di boicottare un paese “omertoso e falso”. Ci si chiede quale sarà l’impatto che l’arrivo di così tanta gente in un piccolo centro porterà sulla viabilità della SS18 e quella ferroviaria, quale dispiegamento di forze dell’ordine sarà necessario, quali strascichi lascerà nella gente del posto questa vicenda e quale immagine invece rimarrà impressa della Calabria e dei calabresi in chi calabrese non è. C’è il rischio che l’animalismo possa far rima con antimeridionalismo. Perchè i balordi, gli sprovveduti, i violenti sono ovunque e il pregiudizio può fare danni quanto le altre violenze. Tania Paolino

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