Sangineto: è in corso la manifestazione per il cane Angelo

Sono arrivati in pullman. Condividendo la rabbia per il barbaro gesto e la protesta contro una legge che ritengono blanda

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    E’ in corso in questo momento la manifestazione nazionale in ricordo del cane Angelo. Sangineto è invasa da animalisti provenienti da ogni parte d’Italia. Sono arrivati in pullman, molti di loro hanno fatto ore di viaggio, condividendo la rabbia per il barbaro gesto e la volontà di protestare contro una legge attuale, che ritengono blanda. Il paese appare blindato. Molti abitanti sono chiusi in casa o hanno lasciato le loro abitazioni, temendo ritorsioni o violenze. Il presidente del PAE, Partito animalista europeo, Stefano Fuccelli, ha pubblicamente ringraziato associazioni e volontari convenuti alla manifestazione. Ha chiesto, inoltre, l’inasprimento delle pene per i quattro assassini del cane, rivolgendosi alla classe politica italiana, che deve dar conto di una richiesta che arriva da tutta Italia. Accanto al presidente Pae, era il sindaco di Sangineto, Michele Guardia, il quale ha detto di appoggiare la causa degli animalisti, prendendo le distanze dal gesto assassino. Tuttavia, ha ribadito di non accettare la gogna mediatica cui è sottoposta la sua comunità, soprattutto in seguito al servizio de Le iene. I sui concittadini non sono omertosi e non meritano di essere dipinti in questo modo nei media. Ad accogliere i manifestanti, uno striscione di benvenuto, che però non ha sortito nei presenti un grande effetto, visto che una voce indignata e con parole volgari si è rivolta verso chi lo stava sistemando. E anche dal corteo uscivano slogan colmi di disprezzo e pericolose generalizzazioni, tra cui “Omertosi, omertosi, omertosi”. Si temeva che oggi Sangineto venisse assediata, e per fortuna non ci risulta sia successo. Sappiamo però che il corteo è stato sciolto, pare a 6 km dal paese. Probabilmente stava cercando di raggiungere l’abitazione dei giovani incriminati. Non ne conosciamo al momento la causa. Senza pretendere di dare della vicenda una lettura sociologica, quando si consuma questa spaccatura, quando a prevalere è il pregiudizio, significa che le motivazioni di una dimostrazione nascondono altra rabbia, altra frustrazione. Si è detto e si è ascoltato di tutto in questi giorni. Ma la ferita e la vergogna per ciò che è successo potrebbe avere conseguenze contrarie a quelle sperate: i calabresi sono diffidenti e chiusi, dicono, questa esperienza potrebbe peggiorare il loro carattere. Oppure, come si spera, si tratta anche in questo caso di un pregiudizio, che toccherà a loro stessi sfatare, traendone finalmente una lezione.

    Tania Paolino

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