Elisa, gli angeli del volontariato non l’abbandonano

Dimenticata da viva, abbandonata e ripudiata, anche da morta

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    La vita di Elisa Cudeddu, la 37enne, di origine sarda, trapiantata a Cosenza, dove aveva trovato sostegno e, purtroppo, anche la morte per overdose, non avrà nemmeno un parente stretto vicino. I rapporti con la sua famiglia d’origine, infatti, erano, praticamente, inesistenti. Con l’anaffettività dei suoi aveva imparato a convivere, con l’indifferenza di chi l’aveva messa al mondo aveva imparato a coesistere, con la freddezza del mondo che la circondava, aveva imparato a reagire. Ma, Elisa, era fragile. Elisa era debole. Elisa, era sola. E, con questa solitudine, Non un pensiero d’affetto, non una telefonata di circostanza, nemmeno uno striminzito “ciao, come stai?” inviato via sms. Elisa ha affrontato tutto da sola, solo un nutrito gruppo di componenti di un’associazione di volontariato, le è stata al fianco. Ma, evidentemente, questo sostegno non è bastato, non è servito. Purtroppo. Elisa è morta sola. E’ rimasta, forse per ore, agonizzante in un letto. Seminuda e senza nessuno a cui chiedere aiuto. Senza nessuno che, come in altre circostanze, l’aveva “afferrata” per i capelli e strappata dalle grinfie appuntite della signora morte, pronta a portarsela via. Nelle altre volte che una dosa eccessiva di eroina, una partita di “sballo” pesante tagliata male o che l’eccesso di alcol le aveva “alterato” l’umore e il sangue, era sempre arrivato un “angelo” del 118 o dell’Annunziata a salvarla. Questa volta, no. Questa volta il miracolo della vita, non è riuscito. Questa volta la signora morte, ha consumato il suo “pasto”. Elisa, sottoposta ad esame autoptico, verrà restituita agli amici, ai conoscenti, agli angeli del volontariato, ai medici e agli infermieri che la conoscevano, che le davano aiuto, che le facevano sentire affetto e amore. Tutto quelle che, in una vita, le era mancato. Sono questi angeli che si sono fatti carico di comprare un piccolo guardaroba ad Elisa, così da farla arrivare “pulita” nel regno, dove forse e finalmente troverà pace. Sono questi angeli che le hanno comprato un loculo, per darle una degna sepoltura e non farla sentire “diversa” anche nel momento del trapasso. Sono questi angeli che hanno convinto il Comune a farsi carico delle spese del funerale. Sono questi angeli che si sono offerti di prepararle anche i manifesti. Sono questi angeli che, infine, hanno chiesto alle forze dell’ordine e alla magistratura di indagare e, a fondo, sulla morte di Elisa. Su una sospetta overdose che è stata come una condanna. A morte.

    Carmine Calabrese

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