Quel miracolo d’amore sulla Cinquantaduesima strada di New York

LE STORIE DI COSENZAINFORMA.IT L'amore salva, protegge e guarisce. Guarisce, soprattutto dal germe infettivo dei pregiudizi

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    Questa è una bella storia, una storia d’amore, romantica e tormentata come quella di un film. Questa è una storia di scoperta e riscoperta di se stessi. E’ la storia di due amici, cresciuti come fratelli, separati dalle imposizioni delle rispettive famiglie, ma uniti e riuniti dall’amore e dalla sua benedizione. Questa è la storia di Roberto e Marco, oggi felici e innamorati. Della vita e di una vita, insieme. Senza più nascondersi, senza più bugie, senza più tabù. Tra Roberto e Marco, ci sono solo sei mesi di differenz. Entrambi 45enni, realizzati professionalmente, economicamente indipendenti, laureati con il massimo dei voti a Roma (Marco in Medicina e Chirurgia, ndr), (Roberto, in Lettere Moderne, ndr) hanno, almeno per quasi vent’anni, condotto una vita di “apparenza”, più per una logica di “salvaguardia” del buon nome e delle reputazione delle rispettive famiglie, che per una reale libertà di scelta. Roberto, il primo a saltare la “staccionata” dell’apparenza, s’è denutato della sua falsa mascolinità, mostrando, con orgoglio e fierezza, la sua vera identità sessuale, “imprigionata” in completi griffati ed eleganti e abbigliamenti casual, che ne hanno “paralizzato” gli istinti e la femminilità. Tenuta sempre sotto il controllo del contegno. Un contegno, non voluto da lui, ma “imposto” dalla rigidità delle regole di una famiglia che, progressista e comprensiva all’esterno, è rimasta conservatrice e puritana tra le mura domestiche. Roberto, già ai tempi della sua vita da matricola, aveva capito che l’altra metà del cielo, l’affascinava per eleganza e glamour, ma non per forme e sessualità. Lui, dotato di una grande sensibilità, nella città eterna, aveva trovato la sua reale dimensione. Umana, interiore e morale. Avvolto nel suo “anonimato”, finalmente, si era sentito libero. Roberto, senza movenze effeminate, senza sfoggiare un’omosesualità da teatro, senza caratterizzare i tratti della sua indole identitaria, ha il volto sorridente, gli occhi raggianti e la pelle profumata di felicità. Roberto ha indirizzato bene il radar del suo cuore, per vedere l’amore, per trovare l’amore, per cercare l’amore. Quello da favola. Quello del “vissero felici e contenti”. Quello della promessa di fedeltà eterna. Marco, invece, educato con una rigidità religiosa, neanche a Roma, s’è mai sentito versamente libero, negando, perfino a se stesso, le sue passioni, i suoi istinti, la sua identità. Quella paura di essere “giudicato”, quella paura di essere “etichettato”, quella paura di finire nel tritacarne della diversità, l’ha sempre spinto a negare la sua condizione e a reprimere se stesso. Marco, per compiacere suo padre, ha collezionato conquiste e relazioni, come se fossero figurine. Marco è entrato e uscito tante volte dagli studi di psichiatrici ed analisti, non tanto per sciogliere i dilemmi sulla sua identità sessuale, quanto e soprattutto per rafforzare le sue “difese immunitarie” verso il mondo, verso la famiglia, verso suo padre, verso se stesso. Marco, è anche entrato a far parte di un gruppo d’ascolto, non per aiutare, ma per essere aiutato. E, Carlo, Carmine, Alessandra, Fabiola l’hanno aiutato, raccogliendo le sue confessioni, smontando i suoi tormenti, sconfiggendo le resistenze dei suoi incubi. Marco, ogni volta che tornava a casa, rientrava con una ragazza al fianco. A volte in carne ed ossa, a volte in foto. Costruendo con esse e su di esse, storie da consumato latin lover, da autentico “vitellone”, facendo salire in suo padre, non solo il tasso glicemico, ma anche l’orgoglio. Di maschio. Con una di queste ragazze, ad un tratto, Marco c’è anche finito sull’altare, promettendo davanti a Dio, amore, finchè “morte non separi”. Marco per quel suo “sì”, aveva scelto Roberto come suo testimone. Ma, l’amico di una vita, s’era negato, rifiutando proposta e invito. Marco con Federica, ha anche messo al mondo due figlie. Marco e Federica hanno girato il mondo, hanno comprato case, hanno edificato certezze, hanno messo su futuro e prospettive. Marco e Roberto, hanno finito per allontanarsi, arrivando, quasi, al punto di perdersi. Il destino e l’amore, però, entrambi perduramente romantici ed inguaribilmente appassionati di belle storie a lieto fine, hanno deciso di dare una mano a questi due ragazzi, avvicinando queste due anime vaganti in cerca di se stesse. L’occasione è capitata durante uno dei tanti convegni medici, cui Roberto partecipa. L’epicentro della scintilla è stato New York. Nella città della Grande Mela, nel luogo dove tutto diventa possibile, nelle larghe e lunghe street dove sfrecciano le occasioni di tutta una vita, Marco e Roberto si sono ritrovati. Di fronte, sulla Cinquentaduesima strada. Come in un film, hanno capito di essere capitati lì e, non, per caso. E, nessuno dei due, ha voluto cambiare strada. Marco ha lasciato Federica, ha presentato i documenti per la separazione e si prenderà sempre cura delle sue figlie. Roberto, s’è preso un anno sabbatico in ospedale. Di convegni, sale operatorie, colleghi, colleghe, bisturi, interventi, fili e vite da salvare non ne vuole sapere più. Almeno per adesso. Ora ha un nuovo giuramento da rispettare. Non d’Ippocrate, ma d’amore. Con Marco e per Marco.

    Carmine Calabrese

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