Calabria Ora: Cronaca di un reato finanziario, mediatico e umano

Per i diritti calpestati e le identità fisiche ed intellettuali maltrattate da ingerenze e soprusi


L’aula 9, una delle più ampie e importanti del tribunale di giustizia cosentino, ha ospitato la seconda udienza del processo a Piero Citrigno, Fausto Aquino, Massimo Zimbo, Rosanna Grillo e Tommaso Funari, accusati dalla Procura di Cosenza di aver avuto, a vario titolo, un ruolo nella bancarotta fraudolenta della Cec (Cooperativa editoriale Calabrese, ndr) Srl e della Paese Sera Editoriale Spa, che dal 2006 alla fine del 2011 hanno edito Calabria Ora, quotidiano regionale calabrese, nato, nel marzo del 2006, esattamente il 14, sotto la guida del direttore Paride Leporace. Dopo la prima dello scorso 31 gennaio, anche quella di oggi, è stata un’udienza che ha visto sfilare, davanti al presidente Di Dedda, i testi della Procura, rappresentata in aula dal pm Giuseppe Cava. In rapida successione sulla sedia dei testi, si sono seduti i giornalisti Saverio Paletta, Guido Scarpino, Luigi Guido, Carmine Calabrese e Francesco Altomonte, nonché il grafico Dino Giordano. Tutti i testi, sollecitati dal pm su tempi, esperienze, modalità e rapporti con i vertici editoriali del quotidiano regionale, sono stati anche incalzati dalle domande dello stesso presidente del Collegio e dall’avvocato Rosa Ippolito, legale di fiducia di Calabrese, costituitosi anche parte civile. Tutti hanno ricordato l’ingombrante gestione di Citrigno e Aquino. Il primo presenziava quasi militarmente la redazione di Contrada Lecco, 8, condizionando la stesura degli articoli e la scelta di titoli e sommari e mostrando ingerenze nei confronti di quei pezzi di cronaca che legavano la politica con la giustizia. L’altro, cioè Fausto Aquino, presenza meno ingombrante all’interno della sede centrale, aveva maggiore influenza sulla pubblicità e diresse il giornale dal 20 al 24 luglio del 2010, quando il giornale orfano del direttore Paolo Pollichieni (dimessosi volontariamente, insieme con altri colleghi, per l’eccessiva pressione di Citrigno sulla linea editoriale del giornale, ndr) uscì in edicola, a firma dello stesso Fausto Aquino. Il cronista Calabrese, ex caposervizio della cronaca nera e giudiziaria, destinatario di un doppio licenziamento, prima di essere messo alla porta dall’editore del giornale, salito sul banco dei testi, ha ripercorso la sua storia, raccontando del mobbing subito, resocontando sul demansionamento subito e sulle “imposizioni” ricevute dall’editore e da suo figlio. L’ex penna di nera e giudiziaria di Calabria Ora, ha, inoltre, evidenziato alla corte, di essere stato insignito del ruolo di “radar cittadino”, figura non esistente nell’ambito giornalistico. Finita la sfilata dei testi, il presidente Di Dedda ha aggiornato il processo al prossimo 11 maggio, quando in aula compariranno gli ufficiali di polizia giudiziaria che hanno effettuato tutta la lunga fase d’accertamento investigativo. Poi giorno 30, sempre di maggio, invece, in aula compariranno i curatori fallimentari e gli altri testi del pm. Tra giugno e luglio, toccherà alle difese degli imputati, sparare le proprie cartucce. Poi, calendario giudiziario alla mano, toccherà alle parti civili impugnare le armi per combattere la propria battaglia e quella dei propri assistiti.

Mafalda Meduri