Un incidente stradale fa sbandare Aldo e le sue due vite parallele

Lui, lei, l'altra. E, anche, i figli visibili, quelli “invisibili” (legittimati dalla legge) e l'eredità ingente contesa.

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    Tra carte bollate, ricorsi, ricordi, rabbia, gelosia e lacrime. Raccontata così, sembra una di quelle classiche storie, molto più vicine ad una trama di una classica commedia all’italiana, che ad una storia vera. Una storia, piena di suspence. Una storia di “corna”, di doppia vita, di famiglie parallele e di figli. Di serie A e di serie B. Una storia che “inizia” sulla via Faentina di Ravenna. La storia racconta di Aldo, 63enne, cosentino di nascita e ravennate d’adozione, la cui vita, fintamente normale, vissuta su un canovaccio di perfezione per apparenza, è stata “sgambettata” da un incidente stradale, risultato poi fatale. Aldo, stimato professionista del settore alberghiero e turistico, è sposato con Rosalba. Un amore di gioventù, un amore adolescenziale, nato tra i banchi del liceo classico Telesio. Un legame affettivo, rinforzato, prima, dai voti alti in Latino, Greco, Italiano e Filosofia, e poi da una brillante laurea in Legge e, infine, “santificato” nel Duomo di Cosenza, in una cerimonia da fiaba, a Rosalba, sembrava indissolubile e indistruttibile. Rosalba, innamorata persa di Aldo, definito da tutti il bello della classe e anche il più simpatico, con il marito, era convinta di averci costruito una vita e una famiglia. Splendida. Impreziosita da tre figli (due femmine e un maschio, ndr) e una carriera di successo. Aldo, la mattina dell’incidente, esce di casa alle 7. La sua agenda è piena di incontri e di appuntamenti, concordati con Ilaria, sua assistente e “seconda” donna della sua vita. Amata in gran segreto, vissuta nei week end e nelle occasioni importanti e madre dei suoi due figli (un maschio e una femmina, ndr). Proprio mentre sta andando all’appuntamento con un cliente, Aldo, alla guida della sua Maserati, perde il controllo dell’auto e finisce fuori strada, finendo la sua corsa contro un lampione. L’impatto è devastante. L’auto, “schizza” ad alta velocità sull’asfalto. Un autotrasportatore, in transito lungo la strada, nota il sinistro stradale e allerta i soccorsi. L’equipe medica, infermieristica e paramedica del Suem ravennate, arriva immediatamente sul posto. Aldo, estratto dall’abitacolo e liberato dalla cintura di sicurezza, anche grazie all’intervento dei vigili del fuoco, è con la testa piena di sangue, la faccia “impanata” di vetri e senza coscienza. Caricato sull’ambulanza, viene trasferito all’ospedale di Ravenna. Il 63enne è in coma. E, da quello stato non si sveglierà più. Nell’impatto anche il suo telefono s’è “schiantato”. Nella sua 24ore, c’è l’agenda elettronica. La rubrica è piena di nomi. Tra questi spiccano: amore 1 e vita 2. Mentre i medici, cercano di salvargli la vita, gli inquirenti (ha indagato la polizia stradale, ndr) si mettono in contatto con la famiglia. Il destino, la vita, la morte, la sfortuna, la verità, si coalizzano contro Aldo. Amore 1 e vita 2 vengono contattati e informate dell’accaduto. Le due donne si precipitano in ospedale. Rosalba e Ilaria piangono, si disperano, pregano davanti la porta della Rianimazione. E, con loro, i loro figli. Messi tutti al mondo da Aldo. Nonostante gli sforzi medici, il cuore di Aldo cessa di battere. Per se stesso, per le sue due donne e per le sue altrettanti famiglie. Qualche giorno dopo l’ultimo saluto ad Aldo, le due donne, con i rispettivi figli, al seguito, si ritrovano nello studio di un notaio. Per la lettura del testamento. L’aria nello studio notarile è abbastanza “calda”. Le due donne, guardandosi negli occhi, si mandano scariche elettriche. Da rimanerci secchi. Kilowatt di rabbia e gelosia che “scatenano” un cortocircuito emozionale e passionale nelle due famiglie. Il patrimonio di Aldo, per sua stessa volontà, deve essere suddiviso in parti uguali. Rosalba, scopre quello stesso giorno, che quella fede al dito, era solo una “santificazione” affettiva di menzogne e bugie. E che quei suoi tre figli devono “condividere” cognome, soldi, notorietà, affetti e affari con quegli altri, “concepiti” su un letto di una lussuosa abitazione di via Alfredo Baccarini, di proprietà dell’azienda. Ilaria, “vissuta” sempre nell’ombra, “avvinghiata” al suo Aldo sul posto di lavoro, ma anche nelle domeniche di festa, nelle trasferte di lavoro, nei meeting in giro per l’Italia e l’estero, prende la sua parte di eredità come una meritata “liquidazione”. Una “buonuscita” per affetto, per amore, per cuore e per silenzi. Un “risarcimento” danni per compensare tutti i danni, morali, emozionali, affettivi e materiali, che nella sua vita di eterna “seconda” ha sempre dovuto accettare, ingoiare e sopportare. Le due donne, a suon di atti giudiziari e di lettere dei loro rispettivi avvocati, stanno anche combattendo per le visite al “caro” estinto. I giorni pari, spettano a Rosalba e ai suoi tre figli, quelli dispari “sono” tutti di Ilaria e i suoi due figli. Le domeniche, invece, saranno di “turno”. Aldo, riposerà in pace?

    Carmine Calabrese

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