Roberto e i suoi 40 anni ‘scolati’ per strada

LE STORIE DI COSENZAINFORMA.IT La risalita verso la normalità e la ricerca della pace interiore con se stesso e con gli altri inizia un anno e mezzo fa. Tutto merito di Carola, una meravigliosa creatura, mandata dal cielo

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    Per tetto un cielo stellato, per coperte un sacco a pelo, fatto di fede e speranza. È questa la condizione esistenziale di Roberto, classe ’77. La sua, più che una scelta di vita, “imposta” dal destino, è una manifestazione di fede, è un percorso di rinascita, è un atteggiamento di perdono, è un atto d’amore nei confronti di una meravigliosa ragazza.

    Una ragazza che ha deciso di fidarsi di lui, affidandogli il suo cuore. Roberto grazie a quest’incontro ha ritrovato la luce negli occhi, la fiducia nella vita, riesumato la gioia persa e gli ha fatto dimenticare le pagine brutte del suo ieri, cancellando pezzi, dolorosi, del passato. Già il passato. alcune scelte, alcune ferite, alcuni sbagli se l’è tatuati addosso.

    La vita per il 40enne non è stata tenera, fin dall’infanzia. Era piccolo quando i suoi genitori si sono separati. Era piccolo, quando si chiudeva nell’armadio per isolarsi dalle urla e “zittire” il frastuono dei piatti, dei bicchieri e delle sberle. Ha accusato il colpo ed è cresciuto libero. Ma, parallelamente al suo essere libero, è cresciuta anche la voglia di strafare, la convinzione di sentirsi forte, la sicurezza di poter resistere a tutto.

    Anche al dolore, anche al distacco. Non dà colpe a sua madre, anche se riavvolgendo il nastro della sua vita, Roberto, oggi, si rende conto che qualche freno poteva anche metterglielo. Roberto “scagiona” sua madre e “prescrive” l’eventuale colpevolezza di suo padre, spazzato via da un male terribile, quando Roberto aveva 9 anni.

    Due teste fragili insieme non possono stare. E’ con la morte di papà che inizia a perdersi, a sentirsi solo. Per combattere questo incolmabile senso di vuoto e di sofferenza, cerca rifugio e compagnia nell’alcool. Beveva per dimenticare, beveva per allontanare gli incubi, scolava bottiglie di vario genere per cercare quasi qualcuno o qualcosa con cui condividere il dolore. Pensare di allontanare l’alcol non è semplice. Non basta solo la consapevolezza di volersi liberare dal fascino della bottiglia. Ci vuole forza. Ci vuole coraggio. Ci vuole fede e fiducia. In se stessi e negli altri.

    E Roberto, allora, la forza, la fede e la fiducia se l’era “scolate” fino all’ultima goccia. La risalita verso la normalità e la ricerca della pace interiore con se stesso e con gli altri inizia un anno e mezzo fa. Tutto merito di Carola, una meravigliosa creatura, mandata dal cielo, che gli sta continuamente vicino e, tra alti e bassi, gli sta facendo fare pace con la vita. Grazie a Carola, Roberto sta riscoprendo cosa vuol dire vivere, cosa significa ritornare a sperare, a credere nei sogni e gli sta facendo capire che, nonostante tutti gli sbagli, se si è belli dentro si può fare anche pace con se stessi. Il 40enne, dopo aver perdonato tutti, ha perdonato anche se stesso.

    E ogni giorno continua a farlo, guardando alla vita e al futuro con occhi nuovi e luminosi. Quelli che solo l’amore ti può dare. Vivere per strada non è semplice, vivere senza soldi lo è ancora di più. Sarebbe stato fin troppo facile cadere in altre maledette trappole come la droga o la criminalità.

    Quando tutti vanno a letto, anche Roberto lo fa. Non sempre è facile prendere sonno. Dormire coperto dai cartoni non è il modo migliore per riposare. Prima di coricarsi, Roberto prega, alza gli occhi al cielo, congiunge le mani e chiede a suo padre la speranza di svegliarsi al mattino e che finalmente una svolta possa bussare alla sua porta. In quest’anno e mezzo di vita per strada, in quest’anno e mezzo di rinascita, Roberto di persone ne ha conosciute tante. Poveri, disadattati, disagiati, sbandati, tossici, alcolisti, delinquenti, trans, prostitute. Gente in cerca di se stessi.

    A tutti offre la sua storia, a tutti regala pezzi del suo passato, a tutti insegna che cambiare si può, a tutti consiglia di voltare pagine per far pace con se stessi. Vivendo per strada il 40enne ha conosciuto la sofferenza in tutte le sue forme. Roberto si considera un miracolato, grazie a Carola, ma anche grazie alle tante anime buone e pulite di via XXIV Maggio, di piazza Loreto e di via Molinella che non gli hanno mai fatto mancare aiuto, vicinanza, affetto e sostegno e continuano a considerarlo uno di loro.

    Carmine Calabrese

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