La visita di Hashim Thaçi a Cosenza

Gli atroci dubbi su di un uomo discusso a livello internazionale di cui nessuno si è ricordato. Noi Si! 

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    Giornata di visita tutta cosentina per uno tra i più discussi rappresentanti di Stato tra quelli riconosciuti come facenti parte dell’Europa, almeno dalla maggioranza degli altri membri. Il suo nome è Hashim Thaçi, presidente della Repubblica del Kosovo ricevuto, oggi, con tutti gli onori prima alla Provincia di Cosenza dove lo hanno accolto Franco Iacucci insieme al prefetto di Cosenza, Tomao, e ai sindaci delle Comunità arbёreshё del territorio cosentino, poi all’Unical dove si trova in questo momento per incontrare il rettore, il pro-rettore per il Centro Residenziale, l’ufficio relazioni Internazionali, il titolare della cattedra di Albanologia, la Fondazione Solano nonché studenti e ricercatori Albanesi presenti nell’ateneo di Arcavacata.

    C’è però una questione davvero grave che accompagna dal lontano 2010 la figura di questo discusso uomo politico che è stato uno dei leader dell’Esercito di liberazione del Kosovo. Un’ombra orribile e raccapricciante, là dove fosse confermata, che lo rende un persona difficile da accogliere come un qualsiasi altro Capo di Stato.

    Secondo l’ultimo quotidiano che si occupa di lui, il giornale belgradese Blic (l’articolo è dell’aprile 2017) in un un rapporto del Consiglio d’Europa il presidente kosovaro è sospettato di crimini di guerra e traffico di organi.

    Secondo il giornale in questione Thaçi sarebbe indicato come probabile capo del cosiddetto ‘gruppo di Drenica’ che per i servizi segreti serbi (Bia) scrive Blic “controlla tra il 10% e il 15% di tutte le attività criminali in Kosovoâ€.

     Blic riporta, inotre, le accuse analoghe su Hashim Thaçi contenute in un rapporto dei servizi segreti tedeschi (Bnd).

    Importante per capire la vicenda è il rapporto stilato dalla commissione d’inchiesta del Consiglio d’Europa sul crimine organizzato il cui il premier kosovaro sarebbe indicato come a capo di un gruppo mafioso albanese. Nel testo, disponibile su internet http://assembly.coe.int/nw/xml/News/FeaturesManager-View-EN.asp?ID=964 si racconta dei trapianti clandestini, in massima parte con eliminazione del “donatore”.

    E del traffico di organi espiantati a prigionieri di guerra serbi fa menzione anche Carla Del Ponte, l’ex-procuratore del Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia, nel suo libro pubblicato in prima battuta in Italia La caccia – Io e i criminali di guerra.

     

    Oggi Hashim Thaci è presidente della Repubblica del Kosovo ed  invitato illustre della popolazione cosentina e della sua Università ma… i tanti dubbi rimangono e sono di quelli che non possono restare senza una risposta.

    Alessia Rausa

    Mariapia Volpintesta

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