Non aspettiamo che ci scappi il morto

Il codice della strada vale per tutti anche per le biciclette che, specie nelle località turistiche, circolano contromano, sui marciapiedi o al centro della carreggiata

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    Con l’arrivo dell’estate, si ripropone nelle località turistiche calabresi il problema delle biciclette che circolano contromano nelle strade a senso unico o sui marciapiedi o al centro della carreggiata. Non è solo questione di controlli, ma di buonsenso e soprattutto di (buon)senso civico.

    Certo, una più marcata attività di controllo sarebbe opportuna, un po’ ovunque, anche se le incombenze dell’estate e le ridotte risorse finanziarie non permettono ai Comuni di incrementare il numero dei vigili, ecco perché il senso civico deve presiedere: chi è in vacanza non lo è anche dai doveri di cittadino e di utente della strada, e c’è la necessità di prevenire i problemi anziché curarli, ammesso che alcuni problemi possano essere poi curati…

    Il codice della strada vale per tutti, anche per le biciclette e per i pedoni, sia ben chiaro. La bicicletta, in particolare, è un veicolo ecologico, mantiene in buona salute, è facilmente parcheggiabile, nonostante i pochi spazi riservati, specie al Sud. In molte località turistiche di questa regione ci sono delle piste ciclabili e altre sono in fase di progettazione e saranno strutture che interesseranno più comuni confinanti.

    Ma la circolazione sulla strada e nelle città va disciplinata. C’è una media di circa 300 ciclisti all’anno che nei centri urbani e sulle altre strade lasciano la loro vita, e non sempre a causa di incidenti provocati da altri mezzi, e questo numero, se aggiunto alle altre “utenze deboli” della strada, costituite da pedoni e motociclisti, contribuisce alla valorizzazione del triste dato statistico del 50% del totale della mortalità stradale, che conta moltissimi giovani, come spiega Silvio Aprile, padre di Andrea, morto a 20 anni, al quale è dedicato il “Largo Andrea Aprile e giovani vittime della strada” nella cittadina di Cetraro.

    Al di là di quanto espressamente recita il codice della strada (in particolare gli artt. 143 e 182 in particolare) sui velocipedi, si rammenta che le biciclette devono circolare in prossimità del margine destro della strada e non al centro o sul marciapiede o addirittura al margine sinistro della stessa, i conducenti devono avere le mani libere e segnalare intenzioni di svoltare, utilizzare le luci nelle ore notturne, non circolare affiancati in numero superiore a due e rispettare i sensi unici, laddove non esistano particolari piani di traffico comunali con “senso unico eccetto bici”, ma sempre nel rispetto di quanto previsto dal Codice. E’ inutile ricordare che, se esperiti i controlli e non trovati in regola, anche i ciclisti sono soggetti a sanzioni amministrative che possono arrivare anche a importi elevati.

    E allora perché rovinarsi le vacanze o rovinarle a qualche incolpevole altra persona? Prevenire è meglio che curare, non aspettiamo che ci sia un morto da piangere per disciplinare e rendere più gradevole un soggiorno estivo.

    E’ anche quanto fanno presente da anni le Associazioni di familiari e vittime della strada, che di recente hanno sensibilizzato l’opinione pubblica sulla morte dei ciclisti in occasione del giro-voto da Crotone a Torino dell’allenatore della squadra di calcio calabrese, Davide Nicola, dopo la raggiunta permanenza in serie A.

    Letterio Licordari

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