Cosenza Pride, una sfilata di civiltà

Laura Ferrara e Domenico Miceli (M5S): ‘Politici dell'area urbana d'accordo solo sui fondi da sperperare’

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    «Il primo luglio per le strade di Cosenza si ribadisce che non ci sono diritti di serie A e di serie B. I diritti sono tutti fondamentali così come fondamentali sono tutti i colori che compongono l’arcobaleno simbolo della manifestazione». Lo affermano Laura Ferrara, eurodeputata del Movimento 5 Stelle e il consigliere comunale a Rende Domenico Miceli. I due Portavoce pentastellati comunicano la loro adesione e il loro sostegno al Cosenza Pride, la manifestazione che colorerà le strade del capoluogo bruzio nel pomeriggio e nella serata di sabato 1 luglio. «Spiace constatare che, dal punto di vista delle politiche sulle pari opportunità, i sindaci dell’area urbana siano divisi e in contrasto. – commentano Ferrara e Miceli facendo riferimento al mancato patrocinio dell’amministrazione comunale di Cosenza – Una divisione che scompare però quando c’è da mettersi d’accordo sui fondi da sperperare, come quelli della Metro o quelli dell’Agenda Urbana. Puntano a realizzare città esteticamente ammalianti definendole addirittura “europee”, ma si dimenticano di rinvigorire e svecchiare l’etica di questi territori. Prendiamo le distanze dal mancato patrocinio all’evento deciso dal sindaco di Cosenza, Occhiuto, che pure lo aveva concesso per l’identica manifestazione tenuta a Reggio Calabria». L’eurodeputata ricorda come nel 2015 fu firmataria di un documento in cui chiedeva alla Commissione Ue di “presentare una proposta di normativa per il riconoscimento mutuo” delle unioni e matrimoni registrati in altri paesi in modo da “ridurre gli ostacoli amministrativi e giuridici discriminatori che devono affrontare i cittadini” per esercitare il loro diritto alla libera circolazione. «Crediamo che quella di sabato sarà occasione per mostrare che esiste una Cosenza per i Diritti e le Libertà, una Cosenza che non si riconosce nell’incertezza e nell’incoerenza di un’amministrazione che non prova vergogna a sponsorizzare l’immagine della città con la figura di Himmler e a rincorrere il falso mito di Alarico. Pieno sostegno dunque agli organizzatori dell’evento», concludono i due.

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