EMERGENZA INCENDI. Nei primi dieci giorni di luglio sono stati 350 gli interventi dei Vigili del Fuoco

Il Comandante provinciale Massimo Cundari ha fornito a Cosenzainforma.it dati allarmanti. Intanto la Prefettura fa sapere di aver attivato un’Unità di crisi

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    La Calabria brucia è un libro di Mauro F. Minervino, che racconta la nostra difficile terra, seguendone le malattie e le rinascite. La Calabria manda a fuoco il suo territorio, il futuro dei propri figli, le speranze di chi la vorrebbe diversa. Un’analisi antropologica, storica e sociale, che diventa testimonianza e profezia nel momento in cui ci si rende conto che, passano gli anni, e poco o nulla cambi. Prendiamo, ad esempio, gli incendi: sono giorni oramai che le fiamme stanno interessando chilometri quadrati di macchia mediterranea e boschi, in zone anche protette, arrivando a lambire persino la costa. Si spegne un focolaio ma subito, più in là, se ne apre un altro. L’attività dei mezzi antincendio è incessante e, quando sembra che sia ferma, in realtà ciò è dovuto alla mancanza di personale.

    Intanto, a partire da oggi pomeriggio è attiva presso la Prefettura di Cosenza un’Unità di Crisi, coordinata dal Prefetto Gianfranco Tomao, per la gestione dell’emergenza incendi che sta interessando gran parte del  territorio provinciale. I cittadini che devono segnalare situazioni di particolare gravità possono farlo al numero verde  800496496  istituito presso la Sala Operativa Unificata Permanente della Protezione Civile Regionale. Il prefetto ha invitato i sindaci  dei Comuni della provincia ad assicurare la presenza di operatori presso i centralini dei comuni per rispondere ad eventuali chiamate di emergenza attivando, ove necessario, le Pianificazioni comunali di Protezione Civile, con il concorso delle Associazioni di Volontariato presenti sul territorio. L’Unità di Crisi continuerà ad operare fino a cessata emergenza.

    Ma per capire qualcosa di più ed evitare, quindi, analisi spicciole e superficiali dei fatti, abbiamo sentito telefonicamente Massimo Cundari, Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco.

    Abbiamo avuto conferma che l’estate appena iniziata è una delle più “calde”: nei primi dieci giorni di Luglio, sono stati svolti già 350 interventi. Ma le attività sono iniziate in Aprile, a causa di 150 incendi boschivi, numero raddoppiato in Maggio, con 300 interventi e ben 871 in giugno. Agli incendi boschivi vanno poi sommati quelli di altra natura e allora le cifre diventano davvero enormi, soprattutto per una provincia che ha in dotazione 12 squadre, ciascuna costituita da 5 unità, quindi una sessantina di Vigili del Fuoco in tutto.

    In questo preciso istante, ci informa il Comandante Cundari, è attivo un canadair nella zona di Papasidero, e noi confermiamo, perchè sono ore che lo sentiamo volare sulle nostre teste. Per avere un canadair, bisogna inoltrare la richiesta a Roma, che ne gestisce gli interventi, dal momento che la flotta aerea è dello Stato, ovvero del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Difatti, afferma Cundari, in Sicilia sono giunte squadre da Bergamo e con ogni probabilità in serata arriveranno anche a Cosenza e provincia.

    Questi i dati. Ma i problemi reali sono a monte e compete alla Polizia giudiziaria stabilire quando un incendio è di natura dolosa o meno. Generalmente, se si verificano diversi focolai nella stessa zona, si tratta di un’azione criminosa. Le motivazioni possono essere di diverso tipo: chi commette il crimine, pensa che l’area verde distrutta dalle fiamme possa essere utilizzata successivamente per attività di speculazione edilizia, bracconaggio, coltivazioni o pascolo; probabile anche la ricerca di occupazione nella ricostituzione boschiva o nella vigilanza antincendio; ritorsioni contro la Pubblica Amministrazione o privati; la volontà di dequalificare aree turistiche. In questi casi, le azioni sono messe in atto da mitomani o piromani.

    A questi spetta il carcere, qualora vengano individuati, e le pene aumentano se il vile gesto ha causato danni a edifici o aree protette e, naturalmente, a persone. Tuttavia, la vera vittoria in questa guerra sarebbe riuscire a proteggere i nostri territori h24 e 12 mesi all’anno. E’ ciò che auspica la Cgil Alto Tirreno, quando propone “la governance unitaria delle azioni e delle forze dedicate: da Calabria Verde, ai Consorzi di Bonifica, ai Vigili del Fuoco sino alle Amministrazioni locali, all’Ente Parco e alla Regione”. Mimma Iannello, responsabile sindacale, in una nota scrive: “Il livello di tecniche e di strumentazione antincendio conquistato dall’uomo, consente di dominare il fuoco, di prevenire gli incendi e di sorvegliare il territorio: a partire dall’utilizzo dei controlli satellitari. La stagione estiva di per se espone la montagna a maggiori rischi eppure, non ci risulta un’adeguata programmazione ex ante che porti al governo del territorio attraverso la destinazione di maggiori risorse alla prevenzione ed alla sorveglianza anziché nei costosi voli di spegnimento ex post. Tutt’altro, abbiamo persino visto scomparire per volontà del Governo Renzi il Corpo Forestale dello Stato”.  La Cgil chiede, inoltre, che la Regione, anche attraverso l’Ente Parco e le Amministrazioni locali, si adoperi nell’individuazione di misure risarcitorie per quanti hanno subito danni dagli incendi di questi giorni e preveda misure incentivanti per quanti, soggetti pubblici e privati, concorrono alla prevenzione della montagna a partire dalle azioni di qualità manutentiva.

    Uno scenario spettrale è quello che rimane sotto gli occhi di tutti: boschi, orti a conduzione familiare, bellezze naturali sono state ormai devastati dagli incendi, mentre la cenere volteggia in aria e il puzzo di fumo invade le abitazioni. Come indica Minervino nella sua opera, è difficile ora stabilirne le motivazioni e i rimedi; le immagini si impongono come archetipi di una terra bella e dannata, che non riesce a sfuggire a un destino forse inesorabile.

    Tania Paolino

     

    Foto Biagio Logaldo

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