‘Prima che tutto crolli’ in piazza Duomo

Convegno venerdì ore 17.30. Il punto sulla proposta di legge regionale e idee per rivitalizzare il centro storico cosentino  

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    Due anni di strada, tra le salite irte della burocrazia e le curve della politica, ma la proposta di legge di iniziativa popolare per la Rinascita dei centri storici ha raccolto il sostegno di sessanta comuni che hanno deliberato l’adesione, ovvero circa duecentomila abitanti, ma anche quello dell’opinione pubblica e delle associazioni che l’hanno promossa e redatta e che si sono riunite sotto la denominazione comune “Prima di tutto crolli”, “Giuseppe Dossetti. Per una nuova etica pubblica”, “Pensiero Laico”, “Calabriattiva”, “COS.S.A. (Cosenza Storica Attiva), e “Rinascimento Meridionale”. “Prima che tutto crolli” non è solo uno slogan, è ormai una promessa e un impegno di cittadinanza attiva per la Calabria iniziati con quella manifestazione all’Arenella, proprio due anni fa, all’indomani dei primi crolli del centro storico di Cosenza, quelli di via Bernardino Bombini, la notte tra il 28 e il 29 maggio 2015, organizzata dalla stessa associazione  dedicata a Dossetti. Un percorso che ha assunto sempre più consapevolezza e tenacia anche per il contributo del Dipartimento di Scienze sociali dell’UniCal con la pubblicazione del saggio “Libro bianco su Cosenza vecchia”.

    “Prima che tutto crolli… due anni dopo. Quale futuro per Cosenza Vecchia” è, infatti, il tema del convegno organizzato a Cosenza in Piazza Duomo per venerdì 15 settembre dalle ore 17.30, perché questo percorso che è iniziato a Cosenza sulle rovine del centro storico dovrà portare i suoi benefici a tutta la Calabria e, in particolare, alla città dei Bruzi. L’introduzione è stata affidata a Domenico Gimigliano dell’associazione “Prima che tutto crolli”; intervengono Vito Teti, scrittore e antropologo UniCal, e Domenico Passarelli, presidente Istituto nazionale di Urbanistica della Calabria e il sindaco Mario Occhiuto.  

    Con Paolo Palma, che coordina e conclude i lavori dell’incontro e che ha riassunto per cosenzainforma.it questo tratto di strada intrapreso per salvaguardare luoghi della memoria, ricordiamo i momenti salienti. La svolta avvenne con l’idea di Pino Iacino nel marzo 2016 della proposta di legge, che venne fatta propria dalle cinque associazioni che ne hanno curata la stesura, promosso l’informazione e sostenuto la presentazione sia presso la Commissione Bilancio del comune di Cosenza a febbraio, sia a livello regionale accogliendo l’interessamento e l’apprezzamento dello stesso presidente Oliverio.

    “A giorni – precisa Palma che è anche portavoce di “Prima che tutto crolli” – dovrebbe cominciare l’iter di approvazione nelle commissioni regionali, ma stiamo aspettando anche la delibera comunale dell’amministrazione di Cosenza che, dopo il parere positivo della Commissione Bilancio, dovrebbe esprimere la sua approvazione per portare il proprio prestigio e la propria forza all’iniziativa, per cui chiediamo al sindaco Occhiuto di dar seguito alle dichiarazioni di giugno dell’assessore Caruso». E seppure la legge abbia uno sguardo allargato a tutta la Calabria, la realtà cittadina legata alla vitalità del centro storico cosentino rimane una prerogativa fondamentale. «La proposta – spiega ancora Palma – rispecchia criteri oggettivi che riguardano tutto il patrimonio dei borghi antichi e, quindi, anche Cosenza ne trarrebbe vantaggi. Pensiamo che il recupero del centro storico cosentino possa avvenire all’interno di un progetto di riequilibrio territoriale a sud, sud-est, nella zona degli “antichi casali”. Non può essere, pertanto, solo un’operazione estetica, di maquillage, legata al turismo, ma occorre mettere in atto politiche che rendano funzionale il centro storico e che portino, quindi al ripopolamento, superando i problemi di degrado e disagio sociale perché i crolli non sono solo questione di strutture ma anche questione antropologica”.

    Ed è in questo contesto che sarà molto interessante seguire la relazione dell’antropologo Vito Teti, da anni impegnato con le sue ricerche nel restituire significato etico ai luoghi della memoria per gettare le basi di una nuova socialità, rispettosa del passato e delle persone, lontano da logiche consumistiche.

     

    Francesca Rennis

     

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