Il fusto Eni spiaggiato a Diamante è ancora sul posto

Dovrà essere analizzato il contenuto per escludere, si spera, la sua tossicità

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    Il bidone Eni spiaggiato a Diamante è ancora sul posto del ritrovamento, solo spostato di qualche metro. Rimasto incustodito tutta la notte, il mare per fortuna non è stato abbastanza agitato per riprenderselo. Quasi si confonde tra altro materiale abbandonato nell’area del porto, interdetta ormai da tempo, a causa del fermo dei lavori. Circolano voci in paese riguardo altri avvistamenti, non verificati però. Lo stesso Francesco Cirillo, che ha fornito le foto e informato per primo la Capitaneria, ha dichiarato di aver avvisato la Procura, la quale non era ancora a conoscenza del fatto Stamattina abbiamo parlato con il sindaco, Gaetano Sollazzo, che si è subito reso disponibile a darci informazioni sulle azioni intraprese finora dall’amministrazione comunale. Ci ha riferito, quindi, che ieri sera sono arrivati sul posto la Capitaneria di porto e tecnici del Comune, che hanno provveduto a collocare il fusto qualche metro più in alto dalla riva. L’ing. Torrano, capo Ufficio tecnico, ci ha detto che il contenitore sembra forato e che potrebbe contenere circa dieci litri di olio lubrificante. Naturalmente, sarà compito dell’Arpacal o di altri laboratori analizzare il liquido e stabilirne la natura. Il codice a barre lascia presumere che si trattasse di materiale destinato alla vendita, così come la targa Eni in evidenza porta a escludere la volontà dell’azienda di sbarazzarsene impropriamente, ma non esclude che si sia perso incidentalmente o la volontà da parte di terzi di disfarsi del liquido, utilizzando fusti usati. Si resta in attesa di saperne qualcosa di più. Che nel nostro mare non si peschi solo pesce è risaputo; che vi siano transitate “strane” navi è oggetto di indagini ancora in corso; che siano stati ritrovati pesci con la spina bifida non è un ricordo lontano. È nell’interesse di tutti, allora, non sottovalutare la vicenda, anche per evitare eventuali inutili allarmismi.

    Tania Paolino

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