L’amore tra Riccardo e Paolo è una favola. Bella, tenera e social.

Una storia iniziata tra i banchi dello Scorza

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    L’amore vince, sempre. Come nelle favole. Già le favole, quelle piene di romanticismo, quelle impregnate di tenerezza, quella che ascoltandole, leggendole o, semplicemente, osservandole, da un’angolazione privilegiata, così come, per esempio, vivendole, anche a distanza, ti inebriano di commozione, “allagando” anche l’anima di lacrime. Lacrime di gioia, lacrime di felicità, lacrime che sanno di liberazione, lacrime che “lavano” la vita, pulendola. Una bella favola, è quella di Riccardo e Paolo. Una favola d’amore, d’amicizia, di complicità. Una favola, iniziata tra i banchi dello Scorza. Ma, Riccardo e Paolo, non si sono mai sentiti “liberi”. Di amarsi, di vivere, di cercarsi, di volersi, di vedersi, di piacersi. L’hanno dovuto fare, sempre, dio nascosto. Di nascosto dai facili giudizi, fintamente moralisti di chi li giudicava e, forse, ancora li giudica dei “malati”. Di nascosto dalle rispettivamente famiglie che, più per difendere il loro buon nome nella città e la loro dignità nel quartiere e nel palazzo, hanno finito per considerare Riccardo e Paolo “morti”. Di nascosto dagli agguati dei bulli, di nascosto dalle “omelie” dei benpensanti, di nascosto da chi, ancora si scandalizza, terrorizzato, per un bacio fra ragazzi o per effusioni tenere tra ragazze, dimenticando, frettolosamente, che l’amore non ha colore, non ha età, non ha sesso. L’amore, quello vero, quello che fa brillare gli occhi, quello che fa palpitare il cuore, quello che fa tremare le gambe, quello che fa sentire le farfalle nello stomaco e l’orchestra degli angeli nelle orecchie, non ha limiti, non conosce confini e non ha mai vergogna. Riccardo e Paolo, oggi sono “liberi”. Liberi di accarezzarsi, liberi di baciarsi, liberi di camminare mano nella mano, verso la felicità. Quella di Riccardo e Paolo, è una bella favola. Una favola che, purtroppo, non finirà con il classico e vissero (quasi) tutti felici e contenti. Riccardo e Paolo, sono una favola di romanticismo e tenerezza, di amore e complicità, di comprensione e accoglienza, di abbracci e coccole. Ma, Riccardo e Paolo, esattamente come altre storie, esattamente come altri incontri, esattamente come tante altre vite che s’incrociano allo svincolo tra l’orgoglio di se stessi e la condivisione della felicità, hanno un messaggio da trasmettere. Un messaggio veicolato tramite un profilo facebook, immortalato su un’istantanea Instagram, un messaggio virale che, accomuna etero, gay, bisessuali e transessuali, un messaggio universale. Un messaggio che è un inno. All’amore, alla vita, alla felicità, alla gioia: “L’amore è un dono, l’amore è un miracolo. Un miracolo che accade ogni giorno, un miracolo che si ripete in ogni singolo istante. Amare l’amore e saper vedere l’amore, è una poesia, è una lezione di vita. Amare è emozionarsi, è commuoversi. Amare è riconoscersi negli sguardi di chi si ama, nei sorrisi di chi si cerca, nei baci di chi si ossigena d’amore e di felicità. L’amore è magia”. Riccardo e Paolo ci raccontano l’amore, il loro amore che diventa anche missione. Nutriamoci d’amore, meravigliamoci d’amore, sentiamoci privilegiati davanti all’amore. Qualunque amore che sia nostro o altrui, non importa. L’importante è che sia vero e bello. Come quello che unisce Riccardo e Paolo. Alla vita, con la vita e per la vita.

    Carmine Calabrese

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