Matilde, ‘giustiziata’ dalla vita e dal destino. Tutti assolti per il suo decesso: non ci fu colpa medica

Le lacrime allagano l'aula. Straripando gioia e singhiozzando dolore. Non è vero che la giustizia mette tutti d'accordo

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    Come, non è sempre vero, che alla fine i buoni vincono sempre. Così come, non è sempre vero che le favole finiscono con il lieto fine. No. Non è sempre così. In questa storia non ci sono buoni e non ci sono cattivi. Ci sono “vittime”, solo “vittime”. L’hanno capito sulla loro pelle i genitori di Matilde. Quella piccola, attesa per nove mesi, accolta con una festa e volata via, poco dopo essere venuta al mondo, è stata uccisa dalla “sfortuna”, è stata “condannata” dalla natura, è stata “giustiziata dal destino, non da una mano. Matilde è morta, ma non di malasanità. Non per imperizia medica, non per inadeguatezza diagnostica, non per leggerezza specialistica, non per ritardi interventistici. Matilde è morta e con lei si sono spenti anche i suoi genitori che, dal 27 luglio del 2016, hanno sperato, sognato, creduto, voluto un verdetto differente. Un verdetto che “inchiodasse” sul banco dei cattivi, quei medici e quegli infermieri che si presero cura di Matilde. No. La giustizia, rappresentata dal gip (giudice per le indagini preliminari, ndr) Giusy Ferrucci ha, in nome del popolo italiano, stabilito che nessuno pagherà per quella morte. Il verdetto di archiviazione, chiesto anche dalla Procura della Repubblica di Cosenza, attraverso il pm Antonio Bruno Tridico, titolare dell’inchiesta e sollecitato anche dalla dottoressa Katiuscia Bisogni, consulente nominato dalla pubblica accusa per determinare le cause del decesso, racconta di un decesso, causato da una sofferenza fetale acuta. Sì, perchè, secondo le determinazioni dell’accusa, Matilde ingerì del liquido infetto ofae. L’ingestione determinò un’infezione, scatenatasi nella placenta. L’intervento dei medici, fu immediato e tempestivo. Ma, nonostante le apposite terapie farmacologiche e l’attivazione di un mirato protocollo antibiotico e salvavita, per Matilde non ci fu niente da fare. Ecco che, in questa storia, che non ha né vinti e né vincitori, ma solo vittime, anche i medici Bruno Tucci, Francesco Paolo Gallo, Giuseppe Sgrono, Matteo Costa, Rosanna Sbarra, Rosangela Scarcella e Maria Bottino, assistiti dagli avvocati Angelo Pugliese, Giorgio Misasi, Fabio Bonofiglio e Marco Facciolla, nonostante la conclamata innocenza, sono rimasti vittime di giudizi sommari che hanno “macchiato” i loro camici e le loro professionalità. Matilde, dal 27 luglio del 2016 è un angelo. Ora toccherà a lei asciugare le lacrime dei suoi genitori, toccherà a lei disinfettare i cuori di mamma e papà dalle ferite, toccherà a lei anestetizzare i loro dolori. E, forse toccherà a lei, spiegare a sua mamma e a suo papà che, non è colpa di nessuno, se non posso tenerla più in braccio e non potranno godersela vedendola fiorire. Tra i sorrisi e i colori.

    Carmine Calabrese

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