Mafia e politica. Il Riesame si fa attendere per Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi

Sono trascorsi quasi otto mesi e il tribunale d'appello non ha ancora deciso sulla richiesta di arresto per il consigliere regionale e il suo ex braccio destro

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    Quasi 240 giorni e ancora nessuna decisione è arrivata. Giustizia lumaca? In questo caso la risposta è affermativa. Già perchè dal 2 febbraio scorso, dal Riesame di Catanzaro si attende di conoscere se Orlandino Greco, consigliere regionale nelle fila di Oliverio Presidente, debba essere arrestato o meno. L’esponente politico, insieme con il suo ex braccio destro, Aldo Figiuzzi, è indagato per corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso e voto di scambio.

    Una vicenda alquanto delicata, poichè vede coinvolto un politico rampante, ex sindaco di Castrolibero ed eletto al primo tentativo al consiglio regionale. Ad accusare Orlandino Greco ci sono le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia i quali hanno spiegato ai magistrati della Dda catanzarese, coordinata da Nicola Gratteri, che l’indagato e Figliuzzi avrebbero pagato componenti dell’ex clan di Michele Bruni per ottenere l’appoggio elettorale per le amministrative del 2003 e del 2008 quando i due erano rispettivamente sindaco e vicesindaco di Castrolibero. La Dda lo scorso dicembre ha chiesto l’arresto sia per Greco che Figliuzzi.

    Ma l’applicazione della misura cautelare è stata rifiutata dal gip Assunta Maiore il 9 Dicembre scorso. Così si è giunti all’udienza davanti al Riesame di Catanzaro, la distrettuale ha presentato nuove prove mentre la difesa rappresentata dagli avvocati Marco Amantea e Franco Sammarco, ha respinto ogni addebito. Si pensava che la decisione potesse arrivare nell’arco di qualche giorno, al massimo un paio di settimane. Invece, sono trascorsi quasi 240 giorni e i giudici d’appello non si sono espressi. Si diceva di un caso anomalo, che di sicuro non giova alla serenità dell’indagato che, è vero, (almeno sui social) appare tranquillo, viaggia in continuazione. Ma resta sempre in attesa di un provvedimento che potrebbe cambiare la sua vita. Non è questione di essere garantisti oppure giustizialisti, o se i collaboratori di giustizia hanno affermato cose vere o meno, qua c’è in ballo il futuro di due famiglie. Affidato a un tribunale che stranamente tace. Diversi anche le sollecitazioni del procuratore capo, Nicola Gratteri. Ma non sono bastate. Intanto, ci sta un’altra inchiesta legata al voto di scambio delle amministrative del 2011: si tratta quella riguartante la fuga di notizie. La novità? Sembra che il fascicolo ora sia sulla scrivania dei magistrati della procura di Vibo Valentia. 

    Astolfo Perrongelli

     

     

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