Confiscata a Diamante la lavanderia del clan Muto

Secondo il tribunale “l’impresa è frutto o reimpiego di attività illecita”


Due anni fa la Dda di Catanzaro fece scattare l’operazione Frontiera colpendo duramente gli interessi dei Muto. Una sessantina gli arresti eseguiti dai carabinieri, tra cui quello di Antonio Mandaliti, 61enne ritenuto elemento al vertice del clan e che, secondo gli inquirenti, attraverso un’impresa individuale intestata alla moglie Maria Iacovo, una lavanderia industriale, avrebbe fornito numerosissimi alberghi, ristoranti, resorts e villaggi turistici della zona.

Nel novembre del 2017, poi, la stessa azienda venne sottoposta a sequestro ed oggi la Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro sta procedendo invece alla confisca della lavanderia eseguendo un decreto Tribunale di Cosenza dopo una serie di indagini patrimoniali svolte. Il Tribunale ha infatti ritenuto che l’impresa sia “… frutto o reimpiego di attività illecita … in periodo di pericolosità sociale” di Mandaliti. Secondo i magistrati vi sarebbero indizi sufficienti per ritenere che i beni siano di provenienza illecita, Oltre alla confisca, nei confronti del 61 enne è stata disposta la sorveglianza speciale per tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.