Omicidio a Diamante. S’aggrava la posizione del 19enne: una minorenne lo inchioda

E' una testimone. Il gip la ritiene credibile

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    Il coraggio di Francesco e di Ilaria. Eroi simbolo di vita, di altruismo e di giustizia. Il brutale omicidio di Francesco Augieri, il 23enne di Cosenza, ucciso con un’infinità di fendenti, “inchiodati” nella sua carne, con malvagità, sta diventando una storia, dentro tante storie. Una storia che, purtroppo, “sanguina” dolore e disperazione ma che, racconta anche di coraggio, di solidarietà, di altruismo. Già, coraggio, solidarietà ed altruismo, tre elementi, tre valori, accomunati dalla stessa radice del bene. Francesco Augieri, è morto per difendere un amico. Ilaria (il nome è di fantasia, scelto volutamente per difendere la sua privacy, ndc) è una ragazzina di 13 anni che, in quella maledetta notte balorda tra il 21 e il 22 agosto, era lì, in piazza, tra la gente. E ha visto tutto, ha sentito tutto, ha raccontato tutto. Ai carabinieri, ai magistrati. Dimostrando di essere più matura della sua età, di essere piccola, ma solo per questioni anagrafiche, ma, grande, per quel che riguarda il senso civico, per quel che riguarda la difesa della verità, per quel che riguarda la salvaguardia della giustizia. E, la tutela di chi, purtroppo, non c’è più. E’ lei, infatti, che con i suoi ricordi, con le sue testimonianze, ha e sta aiutando i carabinieri della Compagnia di Scalea, a ricostruire quello che è successo. A dare un perché a quell’assurda morte di Francesco Augieri, “punito” per un gesto d’altruismo, scambiato per “sgarro”. Già, lo “sgarro” di essere intervenuto per difendere un amico, precedentemente accoltellato da Francesco Schiattarelli, sempre lui, ai glutei. Ilaria, ragazzina coraggio, sta dando una lezione di moralità a tutti. Anche e soprattutto a chi, davanti a Francesco Augieri, ferito, agonizzante e morente, intrappolato nel “lago” del suo stesso sangue, non ha fatto nulla, ha preferito voltarsi dall’altra parte, ha scelto di disinteressarsi di una giovane vita, ha deciso che, niente e nessuno, poteva e doveva disturbare il suo divertimento. Chi s’è girato dall’altra parte, è, indirettamente, un complice del 19enne napoletano, rinchiuso dal pomeriggio di domenica nel carcere di Poggioreale. Anche chi s’è disinteressato di Francesco e della sua agonia, l’ha accoltellato. Non sul corpo, ma nell’anima. Nella sua dignità. Ilaria, per fortuna, ha sollevato la testa, ha detto no all’omertà, ha detto no al silenzio. Anche il gip, Massimo De Chiara, ha sottolineato l’esemplarità del comportamento della 13enne, ritenendola “una testimone a tutti gli effetti e disinteressata. Totalmente estranea alla vicenda. Una testimonianza credibile, non condizionata”. Così come, lo stesso giudice campano, ha sottolineato le tante, troppe contraddizioni emerse durante i racconti di Francesco Schiattarelli, contraddizioni che gli sono costati la conferma in carcere. Le indagini, intanto, continuano. Nell’attesa di ulteriori novità, restano due certezze. Una, dolorosissima: Francesco Augieri, non c’è più. Ma l’altra, rassicurante, positiva e piena di speranza: Francesco e Ilaria, sono due eroi. Eroi simbolo di vita, di altruismo e di giustizia.

    Carmine Calabrese

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