A Cosenza “La sfida impopulista” di Paolo Gentiloni

Presentato oggi pomeriggio il libro dell’ex presidente del Consiglio

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    COSENZA – Il paese resiste senz’altro, ma la preoccupazione c’è perché purtroppo la confusione di questi mesi, gli annunci, le promesse, l’impostazione di questa legge di bilancio, tutto insieme a concorso a una situazione molto difficile. Mi auguro che il governo se ne renda conto. So che c’è un negoziato in corso con l’Unione europea, con la quale si può trovare un’intesa. Sarebbe assurdo non trovarla e comunque credo bisogna correggere questa manovra, come hanno chiesto tutte le associazioni d’impresa, i commercianti, gli artigiani e il mondo del lavoro”. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Cosenza, parlando con i giornalisti a margine dell’iniziativa per presentare il proprio libro edito da Rizzoli dal titolo ‘La sfida impopulista’.

    “Io non ho dato nessuna particolare disponibilità, se mi chiede di dare una mano alla comunità del partito democratico, vedremo, ma succederà eventualmente dopo il congresso. L’importante è che ognuno si renda conto che si può dare una mano al Pd senza esserne per forza il numero uno. In merito ai tre candidati alla segreteria dico che non sono schierato contro nessuno, penso solo che Zingaretti abbia a suo vantaggio un tasso di novità maggiore”. È la risposta dell’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Cosenza, ai giornalisti che gli hanno chiesto di confermare la propria disponibilità alla presidenza del Partito democratico.

    “Nel libro dico due cose essenzialmente, la prima che questa onda nazionalpopulista va presa sul serio perché è molto pericolosa, perché mette in discussione alcuni principi fondamentali delle nostre democrazie liberali e non solo in Italia. La seconda è che per contrastare quest’onda populista non bisogna inseguirla ma essere coerenti con il proprio modo di fare, con integrità”. le parole dell’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

    “Sono affezionato non dico all’idea dei ministri degli interni del secolo scorso che tacevano tutto l’anno e parlavano solo a ferragosto, ma anche a quegli degli ultimi vent’anni, che pur parlando più spesso passavano le giornate a cercare di risolvere i problemi e di garantire la sicurezza agli italiani. Non mi piace invece l’idea di un ministro dell’interno che invece di risolvere i problemi li cavalca, perché questo non rassicura gli italiani. Si tratta di una delle funzioni più delicate del governo, e non può essere condotta a colpi di dirette su facebook, insulti agli avversari o utilizzo di casi di cronaca per fare polemiche. Tutte cose che chi svolge quella  funzione dovrebbe evitare” – conclude Gentiloni.

    Foto di Francesco Greco

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