Una rete di associazioni per “resistere” al Decreto Salvini

Le proposte di Www: adeguare la legge regionale e creare una struttura ad hoc per assistere i migranti

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    La resistenza al decreto Salvini arriva dalle associazioni che a vario titolo si occupano di migranti, pronte a consolidare una rete territoriale già radicata per contrastare gli effetti negativi della riforma che prevede – tra le altre cose –  l’abrogazione della protezione per motivi umanitari e restrizioni riguardo al diritto di asilo e cittadinanza. A coagulare le forze in nome di un obiettivo comune, è What Women Want, La Calabria vista dalle donne, l’associazione nei giorni scorsi ha riunito intorno a un tavolo i rappresentanti delle principali realtà che operano sul territorio cosentino: Moci Ong; Centro Diocesano Migrantes, Auser Cosenza, Centro Antiviolenza Lanzino, Fierainmensa e Cas Carolei per un confronto costruttivo sulle prospettive di integrazioni possibili. Il convegno promosso da Www “I corpi estranei, un altro genere di umanità. Riflessioni sul fenomeno delle migrazioni alla luce del Decreto Immigrazione e Sicurezza” svoltosi nella sede della Provincia di Cosenza e a cui hanno preso parte tra gli altri, Tareke Bhrane (Comitato Tre ottobre) ed Enzo Infantino (attivista per i diritti umani), è il punto di partenza di un percorso che ha obiettivi chiari. E’ già pronto un piano di azioni concrete e immediate: adeguamento, rivisitazione e applicazione con copertura finanziaria della legge regionale 18/ 2009 (che riguarda accoglienza dei richiedenti Asilo e dei rifugiati); creazione della rete delle istituzioni con previsione di una struttura aperta alle associazioni impegnate nel settore, che predisponga atti e provvedimenti che possano arginare gli effetti pregiudizievoli della legge Salvini.

    “What Women Want intende porsi al centro di una rete di soggetti che insieme cercano soluzioni per superare le difficoltà create dal nuovo decreto sicurezza e attuare la indicazione del Papa di dare completa attuazione al global compact migranti” spiega Bianca Rende di Www. “Intendiamo opporci allo smantellamento di un sistema di accoglienza che sicuramente non era perfetto e che andava migliorato, soprattutto sul piano dell’integrazione reale, ma che oggi addirittura confligge con i più basilari e principi dei diritti umani perché, ad esempio, viene negato il riconoscimento della protezione umanitaria e ridotti di molto i casi in cui è ammessa nell’accoglienza e di categorie molto vulnerabili come i migranti neo maggiorenni e le donne vittime di tratta” conclude Rende. Per Maria Pia Funaro (Fondazione Lilli e socia Www): “Siamo di fronte ad un’enorme migrazione, un vero e proprio esodo, che mette in discussione fortemente il nostro senso di umanità. Dobbiamo allontanare dall’immaginario comune la sensazione di essere Corpi estranei”. Sulla stessa linea Paola Palermo (Www), “le modifiche normative introdotte dalla legge 132/2018 – dice – rappresentano una pericolosa involuzione rispetto al riconoscimento dei diritti umani fondamentali. Non possiamo accettare passivamente che gli esseri umani vivano questa condizione di totale alienazione personale e giuridica. Per questo abbiamo immaginato, insieme all’associazione Www la Calabria vista dalle donne, una piccola forma di “resistenza” cui seguiranno altre iniziative a sostegno dell’altro genere di umanità”.

    Illuminante, in questo senso, la testimonianza di Tareke Bhrane (Comitato Tre ottobre) e il suo racconto di un viaggio drammatico verso l’Italia: 280 persone ammassate su un barcone, la fame, la stanchezza e la certezza che non ci sarebbe stato scampo. “Quando arriva questa morte? Mi chiedevo. E’ stata durissima eppure sono qui – dice – con la consapevolezza che non bisogna mollare, bisogna crederci: non ho più nulla da perdere, ho solo la vita da apprezzare”.

    Cosa si può fare per Tareke e gli altri? “Come opporsi  a questo abominio legislativo pensato per colpire i diritti umani fondamentali? Come contrastare questa idea malsana, sommaria, riduzionista della sicurezza che fa dei migranti economici, politici, i “nemici” da combattere?  Come Www_Calabria, associazione che fa dell’affermazione della cultura del rispetto e della tutela dei diritti delle donne il suo asset principale, proponiamo – afferma in conclusione Marina Simonetti, componente del direttivo regionale –  una prospettiva di azione politica fondata sul valore dell’inclusione, del riconoscimento e valorizzazione della diversità, ascolto e accoglienza del bisogno. Per questo c’impegniamo a promuovere e sostenere: azioni d’informazione e di sensibilizzazione diffuse che provino a contrastare la propaganda governativa e a rendere evidenti la pericolosità di una visione così liberticida nell’ordinamento legislativo e nella vita democratica della nostra repubblica; azioni  istituzionali di contrasto al decreto Salvini con l’adozione presso la Regione Calabria e presso tutti gli enti locali  – analogamente a quanto sta predisponendo il consiglio della regione Toscana – di provvedimenti per neutralizzarne gli effetti e continuare a garantire ai migranti il diritto all’assistenza sanitaria, sociale, abitativa e il diritto all’istruzione”.

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