Cosenza, la Cgil sostiene Prendocasa: “Non si possono criminalizzare le lotte sociali”

Parteciperemo all'assemblea pubblica convocata presso l'Auser il prossimo 28 dicembre alle 18.00

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    “Il fatto che in Calabria, terra di ‘ndrangheta in cui la borghesia mafiosa controlla anche l’economia cosiddetta legale, il reato di associazione a delinquere possa essere contestato a chi si batte per garantire fondamentali diritti sociali ed umani, gli attivisti di Prendocasa a Cosenza e Mimmo Lucano a Riace, fa rabbia ed assume un significato beffardo. Nella città in cui centinaia di nuclei familiari sono in emergenza abitativa o sotto sfratto, e si trovano da anni inseriti inutilmente nelle graduatorie per ottenere un alloggio di edilizia residenziale pubblica, in un territorio che conta circa 1500 edifici inutilizzati e almeno trentamila vani vuoti, nella città della speculazione edilizia senza fine, della ‘operazione malandrino’ e del ‘poi aggiustiamo le carte’, nella città dei ponti costruiti con i fondi Gescal (cioè con i soldi dei lavoratori destinati, per legge, all’edilizia popolare) non si possono criminalizzare le lotte sociali per il diritto all’abitare. Neppure in nome dei decreti Minniti e Salvini, che spingono a trasformare le questioni sociali in problemi di mero ordine pubblico, si può provare a far fare a questa città un balzo all’indietro di oltre quindici anni”. “La Camera del Lavoro di Cosenza, esattamente come avvenne ai tempi dell’inchiesta farlocca sul Sud Ribelle, si opporrà a questa pericolosa torsione securitaria e parteciperà all’assemblea pubblica convocata presso l’Auser il prossimo 28 dicembre alle ore 18.00”. E’ quanto si legge in una nota del segretario della Camera del Lavoro della Cgil di Cosenza Umberto Calabrone.

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