“Giù le mani dai bambini”. Prosegue la campagna del Comune contro la pedofilia

Campanella: “Chiediamo al Governo maggiore attenzione. Eliminare ogni forma di patteggiamento”

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    Sono sessantamila i casi ogni anno di minori di età compresa tra gli 0 e i 17 anni vittime, in maniera diversa, di abusi, molestie sessuali, violenze, compiute sia concretamente che (soprattutto) attraverso il web. Per questi motivi – si legge in un comunicato stampa dell’amministrazione comunale bruzia – il Comune di Cosenza ha inteso far partire una campagna di sensibilizzazione con manifesti 6 x3 che ribadiscono l’intangibilità dell’infanzia. I manifesti, realizzati in italiano e in dialetto cosentino, riportano il numero verde di Meter, l’associazione di Don Fortunato Di noto, tra le più prestigiose e importanti al mondo nella lotta alla pedopornografia. “Insieme al sindaco Mario Occhiuto e al vice sindaco Jole Santelli, che è anche vice Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia – dice il dirigente del settore educazione Mario Campanella- abbiamo voluto sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema troppo spesso sottovalutato che causa importanti conseguenze sul piano psicologico. Nell’85% dei casi, senza alcun intervento psicoterapico- prosegue Campanella – si sviluppano traumi infantili che possono portare a conseguenze importanti nell’arco dello sviluppo psicofisico puberale. Basti notare che le cosiddette psychotic like experiences- aggiunge il dirigente- che sono condizioni subcliniche di manifestazioni psicotiche e che riguardano una percentuale media dell’8-10 % della popolazione generale secondo gli studi di Iris Sommer, presentano un’incidenza superiore al 50 % di violenze o molestie sessuali subite nell’infanzia. Chiediamo al Governo maggiore attenzione su queste problematiche- prosegue il dirigente- e anche la sanatoria di un vulnus lasciato libero nella innovazione legislativa che riguarda i reati pedopornografici, eliminando per ogni fattispecie la possibilità di patteggiamento, ma anche programmi condivisi per l’infanzia da realizzare con le strutture socio assistenziali”.

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