“Io non rischio”: campagna nazionale per le buone pratiche di protezione civile

Oggi e domani 13 ottobre volontari in piazza a Cosenza

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    Il volontariato di protezione civile, le Istituzioni e il mondo della ricerca scientifica si impegnano insieme per comunicare sui rischi naturali che interessano il nostro Paese. Oggi e domani 13 ottobre volontari e volontarie di protezione civile allestiranno punti informativi “Io non rischio” nelle principali piazze italiane, per diffondere la cultura della prevenzione e sensibilizzare i propri concittadini sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto. Il cuore dell’iniziativa – giunta quest’anno alla nona edizione – è il momento dell’incontro in piazza tra i volontari formati e la cittadinanza. In contemporanea con le altre città in tutta Italia, anche Cosenza partecipa alla campagna “Io non rischio” per scoprire cosa ciascuno di noi può fare per ridurre il rischio terremoto e rischio maremoto. I volontari cosentini delle diverse associazioni che prenderanno parte alla Campagna nazionale saranno dislocati, sia sabato che domenica, in diversi punti dell’isola pedonale di Corso Mazzini, nel centro città. L’edizione 2019 coinvolge oltre 3000 volontari e volontarie appartenenti ad oltre 530 realtà associative, tra sezioni locali delle organizzazioni nazionali di volontariato, gruppi comunali e associazioni locali di tutte le regioni d’Italia. “Io non rischio” – campagna nata nel 2011 per sensibilizzare la popolazione sul rischio sismico – è promossa dal Dipartimento della Protezione Civile con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Reluis-Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica. L’inserimento del rischio maremoto e del rischio alluvione ha visto il coinvolgimento di Ispra-Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ogs-Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, AiPo-Agenzia Interregionale per il fiume Po, Arpa Emilia-Romagna, Autorità di Bacino del fiume Arno, CamiLab-Università della Calabria, Fondazione Cima e Irpi-Istituto di ricerca per la Protezione idro-geologica.

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