Mozziconi di sigaretta, a fine estate il mare ce li ripresenta

Per smaltirli ci vogliono dai cinque ad dodici anni

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    Tirreno – In fondo è quasi invisibile, si mimetizza e quando piove si discioglie scomparendo dalla vista. Eppure le sostanze contenute in quei due centimetri di sigaretta abbandonata lungo i marciapiedi o sulla spiaggia sono nascoste sostanze che contaminano l’ambiente per decenni. Il mozzicone, quello sconosciuto, è un vero e proprio concentrato di elementi pericolosi all’ambiente e alla salute. Ce ne accorgiamo dopo la prima mareggiata estiva, quando i turisti che cercavano il mare pulito abbandonano i resti dell’ozio come se fosse il gesto più normale del mondo. Il disegno lasciato dalle onde marine è un accumulo di mozziconi che rende bene, insieme all’idea di un consumo irrazionale, anche il livello di conoscenza dei pericoli dispersi nell’ambiente insieme al piccolo cilindro giallo. È vero che è recente la legge che per prima ha identificato il mozzicone di sigaretta come rifiuto; ma la Green economy, la legge 221/2015 entrata in vigore il 2 febbraio dell’anno scorso, prevede anche “…nelle strade, nei parchi, e nei luoghi di alta aggregazione sociale appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo..”. E questi mancano quasi dappertutto. Dovremmo, altresì, chiederci quanto sia aleatorio pensare che un fumatore incallito possa cambiare abitudini per paura di una sanzione (prevista da 60 a 300 euro) quando non riesce a smettere di fumare pur sapendo che il fumo è la principale causa mondiale di malattia e di morte prevenibile. Se il fumo è collegato ad una gestualità ben precisa che ricorda superficialità, insufficienza, alterigia, pensare di spegnere il mozzicone con le mani e gettarlo in appositi contenitori prevede un cambiamento radicale, centrato sulla salute e sull’ambiente, sulla cura personale e sul rispetto degli altri. Insomma, dovrebbe essere prioritario per le istituzioni incentivare un canale di sensibilizzazione e prevenzione contro il tabagismo che, invece, viene sottovalutato rispetto alla tossicodipendenza e all’alcolismo.Gli aspetti repressivi senza un’adeguata informazione e prevenzione non hanno l’effetto previsto. E intanto i veleni contenuti nei mozziconi gettati al suolo finiscono nelle fognature e nelle acque superficiali. Una ricerca pubblicata nel 2011 ha dimostrato la tossicità contenuta nei mozziconi: ne bastano meno di cinque in un litro per causare la morte del 50 per cento dei pesci testati e meno di due sigarette per causare la morte di piccoli crostacei del genere Daphnia. Così quei turisti che cercano il mare da bere sulle nostre coste, pur di evitare di fare due passi in più per raggiungere il contenitore della spazzatura, lo inquinano quotidianamente. Per smaltire un mozzicone di sigaretta ci vogliono dai cinque ai dodici anni. E il mare, da vero artista, ce li riconsegna con un’onda di rimprovero. (Francesca Rennis)

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