Scalea. Banca del tempo, motore di solidarietà

È un’associazione seguita e sostenuta dall’assessorato comunale ai servizi sociali e offre il proprio contributo anche alle altre associazioni, visto che il tessuto sociale scaleota presenta molti punti di fragilità

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    Scalea (Cs) – “Se ti regalo un’ora, tu che mi dai?”. La risposta potrebbe essere anche “Un sorriso!” perché la Banca del tempo predilige la reciprocità, il donarsi reciproco, la qualità della vita. E se la vita oggi è governata da una dura legge del tempo che velocizza relazioni e disintegra affetti in nome dell’efficienza e del denaro, la Banca del tempo, attiva a Scalea da oltre un anno, promuove solidarietà, vicinanza, empatia. È una sfida che accoglie il funzionamento di una qualsiasi banca, basato sul “Do ut des”, o meglio “Quid pro quo”, stravolgendone però i contenuti, perché il tempo si ritaglia sulla base delle necessità e si offre sulla base di competenze acquisite, tutto in modo volontario e gratuito. E il tempo che ciascuna persona può offrire ha pari dignità: quello dell’insegnante come quello della casalinga o della commessa, quello dell’ingegnere come quello dell’operaio o del pensionato. In questo contesto spariscono differenze di classe per dare invece rilievo ai tanti bisogni emergenti di una società in crisi, dove il welfare state sta scomparendo e i cittadini si organizzano in associazioni per migliorare la qualità della vita. La presidente di questa associazione che recupera nel bene il tempo è Clementina Grisolia. “Operiamo all’interno di una rete che è seguita e sostenuta dall’assessorato comunale ai servizi sociali, per cui diamo il nostro contributo anche alle altre associazioni, consapevoli del fatto che non siamo un’isola e che il tessuto sociale scaleota presenta molti punti di fragilità. E proprio perché non ci riteniamo un’isola, proponiamo anche scambi con altre realtà”. Alcuni esempi di attività maggiormente richieste alla Banca del tempo di Scalea, che attualmente si è appoggiata alla sede dell’associazione Carabinieri in Piazza Garibaldi, riguardano l’accompagnamento ad anziani e malati all’Asl, compagnia, collaborazione ad altre associazioni, ma potrebbero aggiungersi assistenza, babysitter, passaggi in auto, lezioni di inglese e di gastronomia, ma anche di dama e scacchi e di come riciclare materiali usati. In definitiva, tutte quelle attività che aiutano a star bene e rendono il senso di appartenenza ad una comunità. (Francesca Rennis)

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