Referendum costituzionale: comincia la guerra all’affissione selvaggia dei manifesti

Chilometri di muro ricoperti da manifesti elettorali che dovrebbero essere contenuti in spazi appositi

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    Di Francesca Rennis

    Chilometri di muro, cassonetti, centraline elettriche, pali e altro ancora è ricoperto da manifesti elettorali che dovrebbero essere contenuti in determinati spazi. E’ la percezione visiva di essere vicini alle votazioni previste dal Referendum costituzionale.Abitudini ormai consolidate che si ripetono contro ogni logica di pari opportunità, nella piena illegalità, perché anche se i responsabili delle affissioni vengono multati, e la sanzione amministrativa pecuniara va da 103,00 a 1032,00 euro, alla fine interviene sempre una sanatoria. E così anche gli organi deputati al controllo fanno orecchie da mercante. Le conseguenze dal punto di vista comunicativo sono prevedibili. Un’eccessiva propaganda, disordine con sovrapposizioni multiple dei manifesti, occupazione smisurata di spazi murali e, non per ultimo, inquinamento ambientale. Un eccesso che abbruttisce anche dal punto di visto estetico le nostre città, e che affida a gruppi o persone che riescono a sostenere gli elevati costi della propaganda, l’esito elettivo. In una società sempre più condizionata dall’immagine e dagli slogan, l’affissione diventa espressione significativa per orientare il consenso, cosicché la distribuzione di manifesti elettorali, soprattutto negli ultimi giorni del periodo preelettorale, diventa sempre più selvaggia e invadente. Pertanto, la competizione chedovrebbe essere garantita in modo eguale per tutti, risulta pesantemente compromessa dal mancato rispetto della normativa vigente. Una normativa, l’ultima risale alla legge n. 130 del 24 aprile 1975, che regolamenta l’affissione di propaganda elettoralesia per quanto riguarda i tempi che non devono essere superiori ai 32 giorni precedenti il primo giorno delle consultazioni elettorali, sia per quanto riguarda gli spazi che devono essere individuati appositamente dalle autorità comunali in rapporto alla popolazione dei singoli centri abitati.

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