“La Musicalità della Divina Commedia”

Ecco il libro della giornalista Adriana Sabato. A Paola la presentazione dopodomani

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    Un atteso evento culturale è in programma domani, sabato 19 novembre, nella Sala Convegni di Palazzo Stillo-Ferrara, a Paola, un appuntamento nel corso del quale si intrecceranno magicamente la musica e la poesia di Dante Alighieri. In occasione del progetto “Libriamoci” 2016, nell’ambito dell’VIII appuntamento della XXIX Stagione Concertistica “Armonie e Arte a Palazzo” dell’Associazione musicale “Orfeo Stillo”, verrà infatti presentato il libro “La musicalità della Divina Commedia”, edito da Zona Contemporanea, scritto dalla giornalista e blogger Adriana Sabato. L’incontro, alla presenza dell’autrice, prevede l’intervento del compositore e direttore d’orchestra Francesco Perri, nonché gli interventi musicali a cura del Maestro Luigi Grisolia al sassofono e del Maestro Luigi Stillo al pianoforte, con le letture di Francesca Grisolia. A moderare la serata sarà il Direttore organizzativo dell’Associazione musicale “Orfeo Stillo”, Giusy Ferrara. In particolare, la Divina Commedia verrà osservata da un’angolatura del tutto diversa, che scopre il suo lato nascosto, diverso, rispetto al modo in cui viene comunemente spiegata, diventando oggetto di una documentazione particolare, lungo i sentieri di una ricerca parzialmente inesplorata. “Un’inchiesta sulla bellezza”, così è stata definita più volte l’analisi condotta dall’autrice, evidenziando il fatto che oggi più che mai il mondo ha davvero bisogno di quella bellezza necessaria a farci ancora stupire, a trasmettere l’entusiasmo necessario a ripartire, e risvegliare, infine, il vero senso della vita, grazie a quella musicalità che caratterizza la nostra vita sin dal suo concepimento. “Cantare il libro” è ciò che facevano i contemporanei di Dante – ha, messo molto bene in evidenza, nella prefazione al libro, Monica Sanfilippo, a proposito delle sue peculiarità – cantavano la Commedia, ed è esattamente ciò che Dante voleva che facessero. L’espressione “Cantare il libro” mette ben in evidenza la relazione tra parola e suono, ossia la prerogativa musicale della poesia e della recitazione dei versi che vive attraverso la performance. La musicalità di cui parla Dante non va intesa in senso meramente specialistico, poiché la musicalità poetica è intrinseca alla parola in versi, al metro e al ritmo che intervengono anche in funzione mnemotecnica. Il rapporto della Comedìa con la dimensione acustico- musicale è ben più ampio e profondo. Lo spiega bene l’Autrice di questo libro, la dottoressa Adriana Sabato, quando intuisce che il viaggio di purificazione di Dante per i regni dell’oltretomba è altresì un itinerario sonoro e musicale, un viaggio che, dal rumore infernale, procede alla lieta consonanza del purgatorio e ascende all’armonia delle sfere celesti. Si apre una visione complessa e articolata della Commedia che sceglie il fenomeno sonoro come chiave di accesso alla lettura dell’universo dantesco. L’interpretazione dell’Autrice si inserisce degnamente e appieno nel filone degli studi sulla musica nella Divina Commedia e contribuisce altresì ad allargarne la visone, quando pone, in modo del tutto originale, l’accento sul chiasso, sulle strida, sulle orribili favelle; quel frastuono che non è da intendersi esclusivamente come “nonmusica”, semmai come elemento acustico e dissonanza necessari al processo di risoluzione armonica della beatitudine celeste. Il panorama interpretativo del libro è ricco di riferimenti, con citazioni e minuziosi esempi di carattere musicale, completo di rimandi ai filoni interpretativi e pronto a guidare il lettore nel contesto medievale della visione dantesca della musica, quell’Arte del Quadrivio che abita tra Retorica e Ethos, Armonia e Geometria, Numero e Cosmo. Invero, questo libro arricchisce ciò che Carlo Dionisotti chiama: la “varia fortuna di Dante”, ossia quel processo che si basa sul successo stesso delle sue interpretazioni, basti citare il percorso storico-figurale inaugurato da Erich Auerbach o quello dello sperimentalismo linguistico di Gianfranco Contini, come molti altri. Nella prospettiva di un dantismo che rende la Commedia un’opera in fieri, perennemente in “cantiere”. Ciò che Adriana Sabato mette audacemente in atto è di guardare “oltre”, scoprire l’inusuale e offrire al lettore la possibilità che Dante, uomo medievale la cui filosofia della musica affonda le radici nel pitagorismo del mondo antico, compia il “tradizionale” iter di purificazione in termini nuovi. Un viaggio “altro” e diverso che appare dotato di un’insolita dimensione musicale. È un incontro a dir poco affascinante, una lettura fresca e gradita che dà pieno rilievo alla vitalità di un classico che, come vuole Calvino, “non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.

    Clelia Rovale

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